Harris negli Stati in bilico a caccia del voto degli indecisi

Pochi forse ma decisivi di sicuro. È la grande battaglia per gli elettori americani incerti in una manciata di Stati. Mancano ormai poco più di due settimane al giorno delle urne, al 5 novembre, e lo sprint per la Casa Bianca è in dirittura d’arrivo con i due sfidanti, la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump, impegnati in una sola missione: oltre a mobilitare la propria base, in un clima polarizzato come non mai, occorre convincere chi tuttora è titubante. Una fascia oggi stimata ancora tra il 2% e il 5% e che può determinare il risultato quando la distanza tra successo e sconfitta è misurata da poche migliaia di schede. È quanto accade negli “Swing States”, gli Stati davvero in gioco, non più di sette concentrati nel Midwest industriale e nel centrosud: qui Harris e Trump riversano risorse finanziarie e energie. Per un duello all’ultimo consenso che è diventato quasi un faccia a faccia a distanza:entrambi ieri hanno tenuto comizi ed eventi in Michigan, uno dei grandi terreni di scontro.

Harris è volata qui dal Wisconsin, altro Stato sul filo del rasoio. Per l’esattezza a Grand Rapids, teatro di un Festival d’Autunno, dove ha dato il via a un tour de force: in un solo giorno ha raggiunto Lansing, per incontri con lavoratori e sindacalisti, e la contea di Oakland, a nord di Detroit, per un comizio. Oggi sarà nella principale città dello Stato dove vedrà i leader religiosi.

Trump ha risposto organizzando a sua volta una tavola rotonda a Oakland e un rally a Detroit. Poi lascia il Michigan alla volta di altre mete in palio: la Pennsylvania, dove domenica parlerà nel cuore rurale e dei sobborghi di Lancaster. E la North Carolina, dove lunedì terrà banco nel motore economico di Greenville. L’avvio questa settimana del voto anticipato in due degli Swing States ha aggiunto urgenza alle mosse dei candidati: in North Carolina, dove al debutto di giovedì sono state riportate oltre 200mila schede, e in Georgia.

La frenesia della campagna rivolta agli incerti è frutto di sondaggi che appaiono congelati entro ristrettissimi margini, con Trump che ha eroso iniziali exploit di Harris. Una media calcolata da Cnn dà il 50% dei consensi dei “probabili elettori” su scala nazionale alla candidata democratica e il 49% al leader repubblicano. In Arizona, altro Stato conteso, Trump appare in vantaggio di tre punti, 50% a 47 per cento. In Pennsylvania sarebbe invece Harris a spuntarla con il 50% contro il 48 per cento. Analisi complessive di tutti e sette gli Stati swing condotte dalla rete radiofonica pubblica Npr sono semmai più da cardiopalma: vedono per la prima volta Trump in lieve vantaggio, di 0,34 punti percentuali, con due Stati più chiaramente a suo favore – Georgia e Arizona – e cinque sul filo del rasoio, il Nevada accanto ai già menzionati, Michigan, Pennsylvania, North Carolina e Wisconsin.

Per Harris la principale preoccupazione è adesso difendere il Blue Wall, la vecchia e incrinata fortezza democratica che passa da Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. È considerata la sua migliore chance di vittoria, per arrivare ai 270 grandi elettori espressi a dai singoli Stati che decidono la Casa Bianca. La caduta anche di uno di loro, vinti da Biden nel 2020 ma da Trump nel 2016, potrebbe spianare la strada ai repubblicani. La partita è particolarmente aperta in presenza dell’evoluzione dell’elettorato: i bianchi senza laurea sono in calo ma tuttora oltre il 50% nel Blue Wall. E Trump li corteggia. Aumentano gli ispanici in Stati quali Nevada e Arizona e il repubblicano oggi guadagna tra minoranze etniche tradizionalmente democratiche parse sensibili al suo populismo conservatore. Harris contrattacca per consolidare il voto multietnico e avanza tra i bianchi più istruiti e nei sobborghi. Sulle tematiche Trump rimane in vantaggio seppur ridotto sull’economia, sulla politica estera e l’immigrazione. Harris su democrazia, sanità e aborto.

Fonte: Il Sole 24 Ore