Moldavia, referendum al cardiopalmo: ecco perché saranno possibili contestazioni

Un voto al cardiopalmo, una vittoria molto risicata. La Moldavia ha scelto il “sì” all’Europa nel referendum di domenica, con il 50,08% mentre il “no” si è fermato al 49,92% . Uno scarto di poche migliaia di voti.
Sono questi i dati rilasciati dalla Commissione elettorale nazionale. Nelle liste elettorali di base figurano 2.714.239 elettori. L’altro voto, quello riguardante le elezioni presidenziali, ha registrato la conferma di Maia Sandu, con il 41,9% dei voti, presidente uscente di centro-destra ed europeista. Sarà però necessario il ballottaggio, in programma il prossimo 3 novembre.
Il suo antagonista, Alexander Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, tradizionalmente filo-russo, si è fermato al 26,31%, ma il suo è stato un risultato importante, ben superiore a quello previsto dai sondaggi che lo davano al 10%. Stoianoglo si oppone apertamente alla politica filo-europea e punta a rafforzare il legami storici con la Russia. L’altro candidato filorusso è l’ex sindaco di Balti Renato Usatii si è fermato al 13,74%, ma al ballottaggio potrebbe supportare Stoianoglo.

Contestazioni possibili

Un voto che apre comunque il campo a grandi contestazioni per il margine esiguo con cui ha vinto il “sì”, ma anche per le critiche mosse dalla presidente Maia Sandu.
«La Moldova ha dovuto affrontare un assalto senza precedenti alla libertà e alla democrazia, sia oggi che negli ultimi mesi dato che “gruppi criminali” hanno cercato di indebolire il processo democratico». Le accuse contro Mosca della presidente moldava includevano il finanziamento di gruppi di opposizione pro-Cremlino, la diffusione di disinformazione, l’ingerenza nelle elezioni locali e il sostegno a un importante programma di acquisto di voti.
Va chiarito che il “sì” al referendum, se sarà confermato nei prossimi giorni, quando le contestazioni si moltiplicheranno, è solo un passo di avvicinamento all’Europa. Verrà infatti inserito nella Costituzione moldava, la prospettiva di una adesione alla Ue. Carolina Ungureanu, direttrice dell’Idsi – Institute for Development and Social Initiatives “Viitorul” di Chi$inău, spiega che < verrebbe inviato un segnale chiaro sia all’Unione europea sia alla Russia sulla direzione futura della Moldavia ».

La spaccatura

L’analisi del voto moldavo evidenzi come vi sia una stratificazione elettorale, tra giovani e vecchi. I primi sono senz’altro più europeisti, mentre gli anziani sono numericamente più vicini al modello russo. Spesso spaventati da una globalizzazione che potrebbe impoverirli ancora. «La Moldavia – ricorda Iulian Ciocan, scrittore, autore di “ E al mattino arriveranno i russi “ è un Paese di confine, con tradizioni russe molto forti. Ma soprattutto con la nostalgia per l’assistenzialismo sovietico. Non solo, con il mito identitario di un suprematismo russo, razza bianca, eterosessualità». I timori degli anziani si spiegano anche con la povertà del Paese (il più povero d’Europa) che possiede una debole struttura produttiva; l’economia poggiata sull’agricoltura e un territorio senza materie prime. Le importazioni di petrolio, carbone, gas provengono dalla Russia.

Fonte: Il Sole 24 Ore