La cosmetica made in Italy conquista l’estero

La cosmetica mondiale cresce e continuerà a farlo, almeno fino al 2028. Un settore che vede il made in Italy eccellere – soprattutto per quanto riguarda il contoterzismo – come dimostra il fatto che il 55% dei prodotti da trucco consumati nel mondo è fabbricato nel Belpaese; un dato che sale addirittura al 67% se si guarda all’Europa. A trainare l’ottimo andamento dell’industria beauty italiana è proprio l’export che, secondo le previsioni dell’associazione di categoria Cosmetica Italia, dovrebbe chiudere l’anno con un incremento del 15% superando gli 8 miliardi di euro e con un’ulteriore crescita del 10% nel 2025. Una voce così importante per l’industria cosmetica italiana che nell’arco di vent’anni ha visto quadruplicare il suo valore e più che raddoppiare il suo peso sul fatturato totale del settore, passando dal 23% del 2004 al 48% stimato al 2024. A crescere sono anche i consumi: quest’anno i valori del mercato interno sono prossimi a 13,4 miliardi con una stima di aumento del 7% rispetto al 2023. Le profumerie spiccano tra i canali di vendita per l’incremento più alto previsto nel 2025, seguite dall’e-commerce; ma vanno bene anche mass market e farmacie. Circolarità, nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, espansione nei mercati emergenti e nuove abitudini di consumo sono le sfide che il comparto sta affrontando. A questi temi sono dedicate le venti pagine dello Speciale Beauty in edicola con Il Sole 24 Ore domani: dal report di McKinsey & Company sui trend globali del settore al focus sul make up, categoria in forte ripresa dopo il rallentamento da pandemia, passando per l’innovazione tecnologica e le beauty tech, le voci delle aziende raccontano come si stanno muovendo per espandersi all’estero, conquistare nuovi consumatori e mercati, rispondere alle crisi geopolitiche e alle mutate esigenze di acquisto. E poi le novità in vetrina, dai profumi allo skincare al make up ai prodotti per capelli, anche in vista delle festività natalizie, uno dei periodi più importanti – per non dire decisivo – per le vendite del settore.

Fonte: Il Sole 24 Ore