«Antico e moderno coesistono nella qualità»

Infrastrutture fisiche e digitali, rigenerazione urbana e una «politica industriale per il turismo». Il sindaco Roberto Gualtieri snocciola le priorità per Roma e si oppone allo scetticismo di chi pensa che la Città eterna sia refrattaria al cambiamento: «Il tessuto della città è disponibile ad accogliere la trasformazione. Ci sono tutte le condizioni perché il dialogo con gli investitori e con il mercato prosegua e si rafforzi e perché Roma possa darsi obiettivi all’altezza dei grandi campioni globali, posizionandosi nel posto dove deve stare: nella serie A delle grandi Capitali».

Alla terza edizione dell’evento “Investire in Roma”, Gualtieri ricorda la «mole di investimenti pubblici» attivata, tra il Giubileo 2025 pronto a partire il 24 dicembre, il Pnrr e gli altri fondi nazionali ed europei destinati alla città, che valgono circa 14 miliardi entro il 2026. Risorse che «si stanno accompagnando sempre di più a un altrettanto imponente flusso di investimenti privati». Una combinazione che il sindaco non vuole «episodica» o straordinaria: «Noi pensiamo che questo flusso dovrà crescere ancora e che ci siano tutte le potenzialità perché ciò avvenga».

Questa è la sfida per l’amministrazione capitolina: scrollare di dosso a Roma la fama di città stagnante, paralizzata dalla burocrazia e dalla conservazione del passato, e lanciarla nel futuro. Come? Innanzitutto impostando una seria politica del turismo: «Quest’anno totalizzeremo 50 milioni di presenze, oltre il pre-Covid, e vediamo margini di crescita ulteriori non solo sulla quantità, ma su qualità, tempo medio di permanenza, destagionalizzazione e allargamento dell’offerta». Ma anche sulla modernizzazione dei servizi per i visitatori: «A breve presenteremo un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale». Antico e nuovo possono coesistere: il sindaco ne è convinto. Oltre alle infrastrutture classiche (fervono i cantieri su strade, piazze, edifici storici e monumenti), cita il progetto #Roma5G e i datacenter. E promette un vasto «processo di rigenerazione» semplificando e «liberando l’energia del mercato» senza mai abdicare alla tutela del patrimonio artistico e architettonico della città. Obiettivo: produrre «qualità urbana diffusa».

Fonte: Il Sole 24 Ore