Il Consiglio d’Europa censura l’Italia: «La Polizia fa profilazione razziale»

In Italia le forze dell’ordine fanno profilazione razziale durante le attività di controllo, sorveglianza e indagine, soprattutto nei confronti della comunità rom e delle persone di origine africana. Lo denuncia la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), organismo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, nel suo ultimo rapporto – il quarto – dedicato all’Italia, aggiornato ad aprile 2024, adottato l’estate scorsa e pubblicato il 22 ottobre. Strasburgo evidenzia che “le autorità non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l’esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale”, chiedendo quindi all’Italia uno studio completo e indipendente.

Il rilievo dell’Ecri ricalca la linea della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), che in una recente sentenza ha condannato la Svizzera proprio per profilazione razziale, per l’abitudine delle sue Forze di polizia di controllare un nero tra tanti bianchi, in caso di assembramenti, procedura che la Cedu considera “caso di impatto” per la tutela dei diritti umani.

Rom e immigrati africani osservati speciali

“Durante la sua visita in Italia, l’Ecri ha ricevuto molte testimonianze di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, soprattutto sulla comunità rom e sulle persone di origine africana”, si legge nel documento. Lo studio richiesto alle autorità italiane dovrà prefiggersi “l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”. Strasburgo valuterà quindi tra due anni se la raccomandazione sarà stata seguita.

Il Consiglio d’Europa, di cui l’Ecri è espressione, è un’organizzazione internazionale, con sede a Strasburgo, che riunisce 46 paesi democratici europei. La sua missione è quella di promuovere la democrazia e di proteggere i diritti umani e lo stato di diritto in Europa: in passato, ha più volte censurato il nostro Paese per l’eccessiva durata dei processi e per le condizioni disumane delle strutture carcerarie.

In Italia dibattito pubblico sempre più xenofobo

Le osservzioni fortemente critiche dell’Ecri non si limitano ai protocolli delle Forze dell’ordine, ma toccano anche la qualità del dibattito politico. La cCommisisoni contro il razzismo rileva infatti “con seria preoccupazione che il discorso pubblico italiano è diventato sempre più xenofobo negli ultimi anni e che i discorsi politici hanno assunto toni altamente divisivi e antagonisti, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con background migratorio, rom e persone Lgbti”.

Fonte: Il Sole 24 Ore