Boom per gli anticipi fattura online:+54%

«Il cambio di sede è questione di giorni, qui ormai non ci stiamo più». Scelta necessaria, quella esposta da Paolo Pesenti, responsabile di Findynamic Italia. Con l’azienda fintech milanese “costretta” ad andare a quasi raddoppiare i propri spazi per accogliere un organico ormai salito a 50 unità e ancora in crescita. Softwaristi soprattutto, impegnati nello sviluppo della piattaforma web che rappresenta il core business dell’azienda, in grado di creare un link tra clienti e la platea di fornitori per consentire a questi ultimi di smobilizzare in anticipo le proprie fatture gestendo così in modo flessibile i fabbisogni di liquidità.

Volumi di transazioni in crescita ampiamente a doppia cifra, come testimonia l’ultima edizione dell’Osservatorio sulla Supply Chain Finance relativo al primo semestre 2024. Rispetto allo stesso periodo del 2023 i volumi trattati sono infatti in crescita del 54%, con fatture delle dimensioni più varie, da poche decine di migliaia di euro fino al massimo trattato in questo periodo, pari a cinque milioni.

Anticipi il cui costo è legato a due fattori, da un un lato il livello medio dei tassi chiesto dal cliente, dall’altro i giorni di anticipo richiesti rispetto alla tempistica di pagamento standard prevista in fattura.

Sul primo versante il livello dei tassi resta stabile rispetto al secondo semestre 2023, fermo al 5,6%, sei decimali oltre quanto accadeva nella prima parte del 2023. Spinta al rialzo che pare ad ogni modo esaurita alla luce degli ultimi ritocchi al ribasso adottati dalla Bce.

In termini di giornate di anticipo, quello che accade in media è che dopo circa un mese dall’emissione della fattura il fornitore si attiva, portando i giorni di incasso anticipato a quota 54, sei in più rispetto ad un anno prima. «Da un lato si tratta di scelte effettive delle aziende – spiega il manager – dall’altro alla crescente automatizzazione delle procedure, che rende “trattabili” elettronicamente in piattaforma le fatture in modo anticipato rispetto al passato».

Fonte: Il Sole 24 Ore