Medio Oriente e Africa sono le nuove frontiere dei consumi di bellezza

Il mercato della bellezza globale è in buona salute e in crescita continua. Tuttavia le dinamiche che guidano il settore stanno cambiando e nuove opportunità si affacciano per i player del settore: l’analisi emerge dallo “State of beauty report” di McKinsey & Company che analizza l’andamento del comparto con le previsioni fino al 2028.

Nel 2023, le vendite al dettaglio di profumi, trucco, cura della pelle e cura dei capelli sono cresciute fino a 446 miliardi di dollari, con un aumento del 10% rispetto al 2022 battendo le aspettative e superando altri settori di consumo, come l’abbigliamento. Questo in quasi tutte le regioni: l’Asia-Pacifico, escluse Cina e Australia, è rimasta la più grande area per vendite con un incremento del 10% trainato dall’India. Quest’ultima, infatti, ha registrato il maggior numero di consumatori che hanno indicato la volontà di spendere di più per i prodotti di bellezza nel 2023 e nel 2024. Questo vale per tutte le fasce di reddito: infatti, i consumatori indiani a basso reddito sono stati gli unici a dichiarare l’intenzione di spendere di più in prodotti di bellezza fino al secondo trimestre del 2024. Il mercato cinese è salito solo del 3%, interamente grazie alla crescita dei prezzi. L’incremento è stato in linea con la performance economica generale del Paese, ma più debole rispetto alle aspettative del settore. Una serie di fattori macroeconomici, la bassa fiducia dei consumatori e la diffusione di sconti e promozioni (che hanno incoraggiato i clienti finali, alla ricerca di prezzi più bassi, a ritardare gli acquisti) hanno contribuito alla performance del settore beauty cinese. In Nord America, che oggi rappresenta il 20% del mercato globale della bellezza, le vendite al dettaglio sono cresciute del 9% rispetto all’anno precedente. Mentre l’Europa, altro mercato maturo della bellezza, è aumentata del 10%. Gli incrementi più alti sono stati registrati da Medio Oriente e Africa e America Latina che hanno raggiunto rispettivamente un+18% e un +17 per cento.

«Il mercato globale della bellezza si trova in una fase di espansione, con previsioni che indicano il raggiungimento di 590 miliardi di dollari entro il 2028 e un tasso di crescita annuo del 6% fino allo stesso anno – commenta Gemma D’Auria, senior partner McKinsey -. Tuttavia, non si tratterà di un trend omogeneo su scala globale. Nei mercati più maturi come Nord America ed Europa, ad esempio, per il periodo 2023-2028 stimiamo un tasso di crescita annuo rispettivamente del 6% e 4%, mentre, nello stesso periodo, Medio Oriente e Africa registreranno probabilmente il Cagr più elevato a livello globale, arrivando al 10%. In questa regione gli aumenti del mix di prezzi supereranno la crescita dei volumi più che in qualsiasi altro mercato del mondo, sostenuti da un incremento della domanda per i prodotti di fascia premium. La regione Asia-Pacifico, escluse Cina e Australia, crescerà del 6% all’anno fino al 2028, rappresentando quasi un quarto del mercato totale, in linea con la quota attuale. Se in questa regione prevediamo che la crescita dei volumi duplicherà quella dei prezzi, in Cina ci aspettiamo al contrario una minore crescita dei volumi e una crescita dei prezzi in linea con le previsioni sull’inflazione. Nonostante le sfide economiche che la Cina dovrà affrontare nel breve periodo, prevediamo una crescita annua del 6% fino al 2028, sostenuta da Gen Z e Millennial, così come dai consumatori con reddito più elevato».

Tra le opportunità più interessanti per le aziende del settore, e quindi tra i trend da tenere d’occhio nei prossimi anni, secondo D’Auria, c’è la “skinificazione” dei capelli: «L’introduzione di routine elaborate e di prodotti specializzati nella cura dei capelli, come è avvenuto per la cura della pelle. Questa tendenza ha contribuito a stimolare la crescita dell’haircare nel 2023, che dovrebbe perdurare nei prossimi cinque anni». E ancora: «A livello generale, osserviamo come il trend di crescita trainata dall’aumento dei prezzi sia giunto al termine. Per assicurarsi una performance solida e sostenibile nel tempo, i brand dovranno investire sulla differenziazione della propria offerta e migliorare la propria capacità di anticipare e rispondere alle preferenze dei consumatori. L’agilità e la velocità nel lanciare innovazioni, favorite dall’introduzione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale generativa, creeranno importanti vantaggi competitivi».

Fonte: Il Sole 24 Ore