La metropolitana di Tokyo sfreccia in Borsa

Dal nostro inviato

TOKYO – L’anno di fondazione, il 1920, non la inserisce esattamente nel novero delle startup. In compenso il rialzo messo a segno nel primo giorno di contrattazioni la fa somigliare parecchio alle più dinamiche tra le realtà tecnologiche che decidono di quotarsi.

La società in questione è Tokyo Metro, ovvero la controllata dello Stato centrale e dell’amministrazione della capitale giapponese che ogni giorno si occupa di spostare – grazie a 9 linee e 180 stazioni – 6,5 milioni passeggeri da una parte all’altra di uno degli agglomerati urbani più grandi del mondo.

La Ipo più grande degli ultimi sei anni

Collocati a 1.200 yen, i titoli hanno aperto la loro prima seduta a quota 1.630 e l’hanno chiusa a 1.739, con un rialzo del 44,9% rispetto al prezzo di collocamento e del 6,7% rispetto all’avvio delle contrattazioni. La raccolta è stata di 348,6 miliardi di yen (2,1 miliardi di euro), quanto basta per fare di questa Ipo la più grande portata a termine in Giappone negli ultimi anni. Per trovarne una più ricca bisogna risalire al 2018 quando c’è stato l’ingresso in Borsa di SoftBank Corp., la controllata nel settore della telefonia mobile della holding di investimenti fondata da Masayoshi Son.

Secondo gli analisti, dietro il successo della quotazione di una società solida, ma forse non particolarmente eccitante, c’è in parte la decisione di prezzarla bassa, a 1.200 yen; in parte un rapporto dividendo/prezzo attraente. Secondo Taku Ito, chief equity fund manager di Nissay Asset Management, un prezzo di vendita a 1.600 yen sarebbe stato più in linea con i fondamentali della società. «Si tratta – spiega – di un classico dividend stock. Ed è un titolo difensivo. Non vedo grandi margini di crescita, ma ai livelli attuali si può tenere in portafoglio a lungo».

Fonte: Il Sole 24 Ore