Idroelettrico, 11 offerte per le concessioni lombarde

Sono undici le offerte, italiane e straniere, arrivate ieri per le prime due (piccole) concessioni idroelettriche scadute e messe a gara in Italia dalla Lombardia: Resio (da 4 MW) e Codera Ratti-Dongo (da 19 MW), al momento gestite rispettivamente da A2A e da Edison. Lo comunica la regione in una nota. Per la prima, in Valcamonica (Brescia) si sono fatti avanti in sei: Linea Green di A2A, Acea Produzione, Italgen del gruppo Italmobiliare della famiglia Pesenti, la altoatesina Alperia Greenpower, Bkw Hydro Italia degli svizzeri di Bkw, Asco Eg della multiutility veneta Ascopiave.

Per la Codera Ratti-Dongo in Valchiavenna (tra Sondrio e Como) hanno presentato un’offerta invece in cinque: il consorzio trentino Eisackwerk-Tecnoenergia, Acea Produzione, Alperia Greenpower, Edison e infine Slovenské Elektrárne, controllata al 34% dal ministero dell’economia slovacco (in cui anche il gruppo Enel ha una partecipazione minoritaria) in raggruppamento con la Ep Produzione, entrambe parte della galassia Eph del finanziere e miliardario ceco Daniel Kretinsky.

Aggiudicazione entro il 2025

I prossimi passaggi prevedono le verifiche di ammissibilità, l’avvio del Procedimento Unico e della relativa conferenza dei servizi, infine la nomina della Commissione di valutazione che dovrà procedere, a seguito dello stesso Procedimento Unico, alla valutazione delle offerte. L’aggiudicazione è attesa entro dicembre 2025.

«Stiamo ottemperando alla legge del 2018 che impone alle regioni di indire le gare. Una norma che ha tolto l’infrazione comunitaria che pendeva sull’Italia nonché risolto l’impasse sulle concessioni che durava dal decreto Bersani del 1999», commenta Massimo Sertori assessore lombardo agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche, Utilizzo risorsa idrica: «Allo stesso tempo ci siamo prestati a un’evoluzione della stessa norma: la famosa quarta via, che abbiamo contribuito a scrivere e su cui c’è consenso politico trasversale, tra le regioni e gli operatori. È in contrasto con gli impegni che l’Italia ha preso sul Pnrr, ma non sarebbe la prima volta che li cambiamo: se c’è volontà politica si può portare avanti». Il riferimento è a una soluzione che permetta alle regioni di esplorare le disponibilità dei concessionari uscenti di presentare significativi investimenti per il rilascio di nuova concessione, al di là delle modalità ora previste di gare, società mista o project financing.

I ricorsi

Il Piemonte sta avanzando con quest’ultima. Uno sviluppo in ordine sparso che in generale offre il fianco a ricorsi: due pendono sul valore delle opere asciutte delle due concessioni lombarde. Sertori non prevede rallentamenti: «Ci siamo attenuti alla legge», ripete, e sul futuro dice: «Siamo nella condizione di fare le altre gare, anche se non sappiamo ancora né quali ne quando». E aggiunge: «Come regione ci sta a cuore che vengano pagati giusti canoni, che ci siano giuste compensazioni ambientali. Chi è il gestore è importante fino a un certo punto: ci saranno contratti di servizio da adempiere. E la proprietà delle opere bagnate resterà alle regioni».

Fonte: Il Sole 24 Ore