Più care in busta paga le nuove auto aziendali a benzina e diesel

Il taglio di 3,5 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (Sad), da realizzare entro il 2030 come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e ribadito dal governo nel Piano strutturale di bilancio (Psb), trova una prima attuazione pratica con l’articolo 7 del disegno di legge di bilancio, che riguarda le auto aziendali assegnate dal gennaio prossimo.

Nel mirino finiscono le auto aziendali concesse in uso promiscuo al dipendente e con un aumento della tassazione Irpef e contributiva in busta paga al lavoratore e per l’azienda se la vettura è diesel o a benzina e di contro favorendo invece la scelta di una vettura elettrica e plug in.

Emissioni Co2 penalizzanti

Già oggi il fisco penalizza le vetture aziendali in funzione della loro emissione di Co2 fissando al 30% la quota del valore calcolato sulla base della percorrenza chilometrica dell’auto (convenzionalmente fissata il 15mila euro) e il valore di esercizio del veicolo determinato dalle tabelle Aci, che concorre alla formazione del reddito imponibile per le vetture con un’emissione nociva tra 60 e 160. Oltre questa soglia e fino a 190 la percentuale sale al 50% mentre per i bolidi super inquinanti la percentuale sale al 60 per cento.

Una disciplina, questa, applicata a circa il 90% delle auto aziendali circolanti e che al contrario premia chi sceglie per l’elettrico e il plug in dove la percentuale da applicare si attesta al 25 per cento. A chiudere il cerchio esistono poi due soglie di esenzione da 1.000 e 2.000 euro che consentono di fatto di neutralizzare in busta paga il peso del fringe benefit riconosciuto dal datore di lavoro.

Effetti della manovra 2025

Ora però la manovra rivede le regole per il calcolo del benefit da applicare ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2025, data di entrata in vigore della nuova legge di bilancio. Per tutte le vetture alimentate a diesel o benzina, comprese anche i bolidi con un’emissione superiore ai 190 Co2 la percentuale per determinare la partecipazione al reddito imponibile del dipendente sale al 50 per cento. Ad esempio per un a vettura che oggi ha un fringe benefit di 2.416,5 euro si salirebbe a oltre 4.000 con un aumento del 66% pari a oltre 1.600 euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore