segnali di recessione e calo della produzione”

L’industria francese perde colpi. Dopo l’allarme del presidente del Medef Patrick Martin, una delle associazioni imprenditoriali del paese, secondo il quale l’economia è già in recessione, una serie di dati economici sembra indicare che attualmente l’attività economica si sta contraendo nel settore manifatturiero.

Troppo presto per parlare di recessione, che è tale se è prolungata nel tempo – la definizione “tecnica”, semplicistica, parla di due trimestri di contrazione del pil – e se si manifesta in diverse forme, espresse da differenti dati macroeconomici. Le ultime indicazioni puntano però a una debolezza dell’economia. L’indice Pmi flash di ottobre della S&P’s, elaborati dalla Hamburg Commercial Bank (Hcob) sulla base di sondaggi presso i manager acquisti, coloro che hanno il quadro completo dell’andamento dell’azienda, è ai minimi da nove mesi e, a quota 47,3, è in piena area di contrazione, sotto i 50 punti, per il secondo mese consecutivo.

I servizi, in particolare, sono ai minimi da sette mesi, a 48,3, mentre la componente della produzione dell’indice manifatturiero è a 42,4, da 44 di settembre, ai minimi da nove mesi. La Hcob elabora anche un nowcasting – una “previsione” della situazione attuale, che sarà poi catturata dai dati ufficiali sul pil solo a fine gennaio – che indica, spiega in una nota l’economista Tariq Kamal Chaudhry, una «leggera crescita» per l’ultimo trimestre dell’anno (ottobre-dicembre). Soprattutto è in «profonda crisi» il settore manifatturiero, dove l’andamento degli ordini, dall’estero e dall’interno, non mostra segni di ripresa. «Particolarmente preoccupante – continua Chaudhry – è l’ulteriore calo nella produzione attesa per i prossimi dodici mesi».

Sono dati che sono stati confermati dagli indici sul clima delle imprese elaborati, sempre per ottobre, dall’Insee, l’istituto nazionale di Statistica, che ha effettuato il consueto sondaggio bimestrale presso i capi delle aziende.

Il clima complessivo è tornato a quota 97,3 – 100 è la media di lungo periodo – da 97,9 di settembre (ma era a 93,9 a luglio). Nell’industria, però, l’indice è scivolato a 92,4, da 99,1 di settembre: è un brusco calo che ha portato l’indicatore al minimo da novembre 2020, l’anno del Covid (quando l’indice scese però fino a 66,3). L’Insee sottolinea in particolare che sono «fortemente diminuiti» i sottoindici relativi alla produzione realizzata, alle prospettive personali di produzione e, di nuovo, agli ordini: la domanda, sia dall’interno che dall’estero, è indicata in flessione per i prossimi tre mesi, soprattutto nella «produzione di materiali da trasporto». Continuano inoltre a deteriorarsi le tesorerie delle imprese.

Fonte: Il Sole 24 Ore