La Corea del Sud incrimina Bnp Paribas per vendite allo scoperto illegali

I pubblici ministeri sudcoreani hanno incriminato Bnp Paribas SA per presunta violazione delle regole sullo short selling, le vendite allo scoperto. Lo riferiscono a Bloomberg fonti vicine alle parti.

La banca francese è stata, infatti, accusata la settimana scorsa di aver violato la legge sui mercati dei capitali. Le transazioni della banca d’investimento globale oggetto dell’accusa avrebbero avuto luogo tra settembre 2021 e maggio 2022 per un valore pari a 18 miliardi di won (13 milioni di dollari). Secondo la procura, i trader avrebbero ripetutamente messo in atto violazioni delle regole di vendita allo scoperto per «un lungo periodo». Sia Bnp Paribas, che l’ufficio della procura non hanno fatto commenti ufficiali.

Regal Funds Management Pty Ltd., uno dei più grandi hedge fund australiani, aveva però dichiarato, la settimana scorsa, di essere stato incriminato, insieme a un ex dipendente, per una presunta violazione del regolamento sul commercio di titoli avvernuta nel 2019. Regal ha negato le accuse e sta valutando la propria posizione in base alla legge sudcoreana.

L’accusa dei pubblici ministeri è arrivata dopo che Bloomberg News aveva riferito, a dicembre scorso, che i regolatori finanziari coreani avevano imposto una multa totale di 26,5 miliardi di won (oltre 20 milioni di dollari) a Bnp Paribas, alla sua unità di intermediazione nazionale e a Hsbc Holdings Plc per vendite allo scoperto. L’unità di Hong Kong della Hsbc e tre dei suoi trader sono stati incriminati dalla procura coreana con l’accusa di vendite allo scoperto illegali a marzo.

Il settore finanziario è sottoposto a un controllo più attento in Corea, da quando, un anno fa, il Paese asiatico ha vietato le vendite allo scoperto sul suo mercato azionario. Anche le banche, tra cui Credit Suisse Singapore Ltd., così come gli hedge fund come Segantii Capital Management Ltd. e Jane Street Group LLC, hanno dovuto affrontare indagini e multe come conseguenza del “giro di vite”.

Fonte: Il Sole 24 Ore