Tapestry-Capri: il tribunale Usa blocca la fusione

Un giudice federale Usa ha bloccato l’acquisizione di Capri Holdings, cui fanno capo i marchi Michael Kors, Versace e Jimmy Choo, da parte di Tapestry, gruppo proprietario di Coach e Kate Spade. L’operazione da 8,5 miliardi di dollari, annunciata nell’agosto del 2023 e già approvata in Europa, secondo la sentenza del tribunale federale di Manhattan indebolirebbe la concorrenza. I due gruppi, infatti, si posizionerebbero entrambi nel “lusso accessibile” (nella quale rientrano i due brand ammiraglia: Coach e Micheal Kors, ndr) concentrando in un unico conglomerato il 59% di questa fascia di mercato: nelle 169 pagine di sentenza la giudice Jennifer Rochon ha scritto che « i due attori della fusione sono stretti competitor e dall’operazione scaturirebbe una perdita di concorrenza diretta».

L’origine della causa

La decisione arriva a conclusione di un procedimento innescato dalla Federal Trade Commission (Ftc), l’autorità americana per la concorrenza che aveva intrapreso un’azione legale per impedire questa fusione, destinata a creare un colosso della moda. E arriva un po’ come una doccia fredda sia per gli attori coinvolti sia per diversi analisti che avevano “scommesso” su una pronuncia favorevole alla fusione. Cpsì come, probabilmente, il mercato: secondo quanto riportato da Bloomberg, le azioni del gruppo Capri erano salite da 35 a 42 dollari, avvicinandosi al valore delle azioni di Tapestry (all’epoca 57 dollari). Dopo la sentenza, nelle contrattazioni pre market hanno ceduto il 45 per cento. Le azioni di Tapestry, invece, sono salite del 12 per cento.

L’annuncio dell’appello e il caso Versace

La società di Coach, intanto, ha annunciato che ricorrerà in appello: «La decisione non è corretta dal punto di vista giuridico e dei fatti», ha scritto in una nota. Il congelamento dell’operazione riguarda direttamente anche una maison italiana: Versace, rilevata dal gruppo Capri nel 2018. L’azienda fondata da Gianni Versace e guidata, sul piano creativo, da Donatella Versace, è da tempo al centro di voci di cessione che hanno coinvolto anche la holding Exor della famiglia Agnelli-Elkann. Nel primo trimestre dell’anno fiscale 2025 (chiuso il 29 giugno 2024) la maison Versace ha registrato dati più negativi rispetto a quelli del gruppo che ha segnato un -13,2% a cambi correnti nel fatturato: la Medusa ha messo a segno ricavi per 219 milioni di euro, in discesa del 15,4% a cambi correnti e del 14,3% a cambi costanti con un calo particolarmente forte nel canale wholesale e nei ricavi in Europa (-22%). Negativi anche i dati di redditività: 17 milioni di dollari di perdita operativa, margine operativo del -7,8%.

Fonte: Il Sole 24 Ore