Inter-Juve 4-4: la partita più pazza del mondo. E la Fiorentina passeggia sulla Roma (5-1)

Le due stoccate di Yildiz

Nella ripresa la Juve subisce subito il 4-2 firmato da Dumfries. Sembra ormai una disfatta per i bianconeri che, dall’inizio del campionato, avevano incassato solo un gol. L’Inter dilaga, ma spreca troppo. Invece Thiago Motta al 61’ cala l’asso di bastoni che avvia la rimonta. L’asso è Kenan Yildiz, il fantasista turco che s’inventa due stoccate mancine imparabili per Sonner. Kenan, 19 anni, maglia il numero 10, è un talento che aspettava il momento giusto per esplodere. E lo trova qui a San Siro mentre gli interisti schiumano rabbia. Quest’anno va così: una difesa che non chiude, troppi errori in attacco e il Napoli che scappa via. Se Conte è il vincitore, lo sconfitto è inzaghi.

La Roma ancora nella bufera

Anche nel posticipo tra Fiorentina e Roma (5-1) piovono gol a grappoli. Ma quasi tutti nella porta dei giallorossi, incapaci di sostenere l’urto dei viola, troppo superiori in ritmo e concretezza. La squadra di Juric, sbanda paurosamente subendo una doppietta di Kean (sempre più incisivo, buone notizie per la Nazionale) e le reti di Beltran e Bove. In dieci per l’espulsione di Hermoso, la Roma va in pezzi. Hummels debutta realizzando subito un’autorete e a nulla serve il parziale 2-1 di Koné. Per la Fiorentina (15 gol in otto giorni) è la quinta vittoria consecutiva. Per la Roma, altro sale sulle ferite con Juric sempre più a rischio.

Il Napoli allunga in vetta

Il Napoli, bisogna dirlo, fa paura. Continua a vincere facendo, almeno in apparenza, il minimo sforzo. Quella di sabato col Lecce (1-0) è la settima vittoria su nove partite, le ultime 4 consecutive. Non ha brillato, anzi, ha sudato fino a una ventina di muniti dalla fine prima di far breccia nella difesa salentina. Però, con Lukaku impalpabile, la squadra di Conte ha sofferto e lottato per allungare la classifica (22 punti) e soprattutto per potersi gustare la sfida tra Inter e Juve. Un attacco costante, abbastanza confuso, quello del Napoli, con diversi errori piuttosto grossolani che però sono stati in parte rimediati dal gol di Di Lorenzo.

Resta un fatto evidente: che il Napoli, evitate tutte le trappole, arriva in scioltezza alla sfida di domani col Milan. Un Milan che, pur avendo potuto riposare per il rinvio della partita col Bologna, si presenterà decimato per le assenze di Hernandez e Reijnders (squalificati) e Gabbia (infortunio muscolare). Per i partenopei la sfida di San Siro può diventare un ottimo trampolino di lancio per accelerare la sua corsa visto che poi, con l’Atalanta e l’Inter, l’asticella si alza ancora di più.

Diverso l’approccio del Milan, sempre precario nei suoi fragili equilibri esistenziali. Le assenze tra i rossoneri sono pesanti (assurdo comunque che le squalifiche si scontino col Napoli) in più vai a capire cosa succede in casa del Diavolo. L’impressione è che basti un refolo per farlo ricadere. Vero che davanti all’abisso (come nel derby) riesce a dare il meglio, però non è sempre festa. Qualcuno crede che basti un passaggio di Ibrahimovic da Milanello per trasformare il rospo in principe. Purtroppo le fiabe, nel calcio, sono quasi finite. C’è quella dell’Atalanta, ma non sempre ripetibile altrove.

Fonte: Il Sole 24 Ore