Rischio contagio povertà, per l’Eurostat l’Italia è al terzo posto in Ue

La povertà si eredita. Una difficile situazione finanziaria familiare passata che si ripercuote inevitabilmente oggi sul rischio di povertà: in Italia lo segnalano il 34% delle persone rispetto a un livello medio europeo decisamente inferiore che si ferma al 20%. E la situazione è decisamente peggiorata rispetto al periodo pre-pandemia quando a segnalare il peggio erano il 30,7% (situazione migliore per il 15,9%).

Un bronzo per l’Italia

L’Italia si piazza quindi al terzo posto in questa non edificante classifica stilata di recente dall’istituto di statistica europeo Eurostat. L’analisi segnala il rischio di una trasmissione intergenerazionale della povertà: infatti il 20% degli adulti (tra i 25 e i 59 anni) a rischio povertà lo scorso anno ha confermato che a 14 anni la famiglia viveva una situazione finanziaria difficile, mentre il 12% delle persone adulte a rischio povertà afferma di aver avuto una situazione famigliare positiva dal punto di vista economico. “Nel 2023 – spiega Eurostat – il 20% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 59 anni nell’Ue che hanno riferito di avere una cattiva situazione finanziaria nella propria famiglia intorno ai 14 anni era a rischio di povertà, rispetto al 12,4% di coloro che hanno descritto come buona la situazione finanziaria della propria famiglia a tale età. Questi dati – aggiunge Eurostat – mostrano che la situazione socio-economica e finanziaria durante l’adolescenza potrebbe influenzare il tenore di vita in età adulta”.

Romania e Bulgaria avanti al Belpaese

Peggio del Belpaese fanno solo Romania e Bulgaria con tassi di rischio di trasmissione della povertà segnalati decisamente più alti. A livello nazionale, la Bulgaria ha segnalato le maggiori disparità nel rischio di povertà considerando la situazione finanziaria infantile della famiglia: il 48,1% di coloro che hanno segnalato una cattiva situazione finanziaria nella loro famiglia intorno ai 14 anni era a rischio di povertà, rispetto al 14,4% di coloro che hanno segnalato una buona situazione finanziaria. La Romania ha mostrato cifre simili, rispettivamente con il 42,1% e il 14,6%. Segue in terza posizione l’Italia con il 34% contro il 14,4%. Opposta la situazione in Danimarca: è stato l’unico Paese in cui gli adulti che vivevano in famiglie finanziariamente svantaggiate non hanno subito un rischio più elevato di povertà in seguito: 8,5% per coloro che provengono da famiglie con una cattiva situazione finanziaria contro l’8,9% per coloro che hanno una buona situazione finanziaria. Le differenze tra i due gruppi erano piccole anche in Slovenia (10,9% e 10,4%) e Finlandia (10,1% e 9,2%).

Fonte: Il Sole 24 Ore