Manovra, il Governo fa cassa anche con i rifiuti conferiti in discarica: l’Iva sale dal 10 al 22%

L’obiettivo è sempre lo stesso: ridurre i sussidi ambientalmente dannosi. Se poi per centralo si riesce anche fare cassa il vantaggio per il governo raddoppia. Nel capitolo sulla stretta ai fringe benefit delle auto aziendali maggiormente inquinanti come quelle a motore termico, l’Esecutivo inserisce anche una modifica alle agevolazioni Iva, spostando dal 10 al 22% la tassazione dei rifiuti conferiti in discarica.

Un’altra tax expenditures cancellata che consentirà allo Stato anche di far cassa recuperando 148,1 milioni di euro per il 2025. E, come spiega la relazione illustrativa, l’aumento dell’Iva che colpirà le imprese di smaltimento rifiuti, con inevitabile ricarico sui contribuenti interessati, risponde alla finalità di eliminare un sussidio ambientale dannoso (Sad) in contrasto con il principio dell’economia circolare, in coerenza con il disposto delle direttive dell’Unione europea sull’economia circolare, secondo le quali lo smaltimento in discarica dei rifiuti dovrebbe rappresentare l’ultima strada da utilizzare.

La modifica alla tabella Iva

All’articolo 7 del disegno di legge di Bilancio, che da lunedì 28 ottobre inizierà alla Camera il suo percorso di approvazione che dovrà concludersi entro la notte di san Silvestro, viene modificata la Tabella A della legge Iva che nei fatti si traduce con l’applicazione dell’aliquota Iva ordinaria del 22% in luogo di quella agevolata al 10% per tutte le operazioni di conferimento in discarica e di incenerimento senza recupero efficiente di energia dalle prestazioni di gestione di rifiuti urbani e speciali. Tra questi rientrano ad esempio i rifiuti derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue, nonché i rifiuti da abbattimento di fumi, dalle fosse settiche e dalle reti fognarie.

Fonte: Il Sole 24 Ore