Accordo GranTerre-Parmacotto, nasce il colosso dei salumi

Dall’accordo tra gli azionisti del colosso modenese GranTerre e quelli di Parmacotto nasce il maxi-polo italiano dei salumi, con l’obiettivo di un fatturato di oltre 1,5 miliardi entro cinque anni. Nel dettaglio GranTerre, che controlla Salumifici GranTerre, e AZ, la finanziaria della famiglia Zaccanti, che controlla Parmacotto, hanno siglato un’intesa per una aggregazione tra Salumifici GranTerre e Parmacotto. L’operazione , si legge in una nota, «prevede l’apporto in Salumifici GranTerre Spa dell’intera partecipazione in Parmacotto».

Tale «apporto» darà vita a una realtà con ricavi superiori a 1,1 miliardi, 2.500 dipendenti, e 20 stabilimenti: 14 di Salumifici GranTerre e 6 Parmacotto, «con la capacità di espandersi esponenzialmente in tutti i mercati dove le due società sono già presenti, Stati Uniti e i principali mercati Ue, e di aprirne di nuovi», si legge ancora nella nota. Se dunque ufficialmente i termini usati sono quelli di una joint venture, o di una «business combination», la differenza dimensionale tra le due realtà – con Granterre nettamente più grande di Parmacotto – lascia pensare più a un’acquisizione di fatto, che a una partnership alla pari. L’operazione sarà perfezionata nei prossimi mesi e anche l’assetto della governance deve ancora essere definito.

«GranTerre, dopo un significativo ma rapido percorso di aggregazione e crescita, con questa operazione è orgogliosa di completare la valorizzazione a livello italiano e mondiale di Parmacotto, uno dei brand più prestigiosi e rinomati della salumeria italiana – osserva nella nota Ivano Chezzi, presidente di GranTerre – siamo sicuri che, grazie all’impegno degli azionisti, le risorse di GranTerre e quelle di Parmacotto si integreranno creando valore e segnando una tappa importantissima per la nostra ulteriore crescita, facendo di Salumifici GranTerre la casa comune della salumeria italiana».

Parmacotto aveva portato i libri in tribunale nel 2015: solo la resistenza del management e degli operai risucì a salvarla dal fallimento. Poi, nel 2018, c’è stato il rilancio grazie ai capitali di Giovanni Zaccanti: «Ora – scrive proprio Zaccanti in una nota – Parmacotto ha voluto raccogliere la maggiore delle sfide: divenire protagonista di un grande polo dei salumi italiano, dove una crescita forte e sostenibile, l’innovazione nei processi e nei prodotti, l’export di qualità, la centralità dei consumatori e dei territori saranno le ricette vere del successo che sicuramente questa operazione otterrà».

Fonte: Il Sole 24 Ore