Maxi risarcimento al medico per il danno da stress legato agli orari di lavoro

Per i danni da stress dei medici ospedalieri, arriva un maxi risarcimento. La sentenza è della Corte di Appello di Napoli che ha condannato l’ASL Napoli 3 Sud a risarcire i danni sofferti da un medico ospedaliero per averlo esposto a periodi di lavoro eccessivi, senza garantirgli il minimo di riposo giornaliero e l’adeguato riposo notturno, come impongono invece le norme europee.

Il caso riguarda un medico napoletano che ha iniziato dal 2008 ad operare all’interno del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale Maresca di Torre del Greco, dell’ASL di Napoli 3 Sud. La situazione dell’ospedale, caratterizzata da grave carenza di personale, lo ha esposto a richieste da parte della dirigenza sempre più pressanti, cosicchè l’orario di lavoro, per l’ortopedico Paolo Mennella, impegnato nel Pronto soccorso, è progressivamente divenuto insopportabile. In altre parole, il medico si è trovato a svolgere, per ben quindici anni, dal 2008 al 2016, un orario lavorativo ben superiore a quello contrattualizzato, finendo per non poter usufruire del riposo giornaliero minimo di 11 ore consecutive, dovendo anche fare lavoro notturno per più di 8 ore per periodi di 24 ore continuative nell’arco di una settimana, andando ben oltre le 48 ore di lavoro settimanali.

Il problema segnalato dal medico ricorrente non era legato alla retribuzione. Pur percependo per questo motivo lo straordinario, il dottore della Napoli 3 Sud ha sviluppato un grave stress che ha minato la sua salute fisica e mentale.

In campo gli avvocati Romano e Lizza

Contestazioni riconosciute valide dalla Corte di Appello di Napoli che, a seguito del ricorso presentato dagli avvocati beneventani Giovanni Romano ed Egidio Lizza, gli ha riconosciuto un maxi risarcimento per danno da stress o da “usura psicofisica” – quantificato dai giudici, nel caso esaminato, in 100mila euro. Un precedente giurisprudenziale che certamente apre la strada ad altri ricorsi.

Il diritto europeo e il conflitto con l’Italia

I diritti del lavoratore in materia di orario di lavoro trovano tutela nella normativa europea numero 88 del 2003. che lascia spazio anche a una possibile deroga per i dirigenti. Una eccezione che l’Italia, dopo aver recepito la normativa nei confronti di tutti i lavoratori, finisce per estendere la deroga a tutti i medici dopo che la qualifica di dirigenti viene riconosciuta appunto a tutti i medici in sede di contrattaz+ione collettiva. La Commissione europea però deferisce l’Italia davanti alla Corte europea di giustizia . Solo nel 2015 l’Italia, per evitare la condanna, si adegua alla normativa europea, recependo le norme in materia di riposo per i lavoratori. Così nel 2014 viene approvata la legge 161 che abroga la norma che faceva salvo il trattamento del dirigente medico. «Anche la Costituzione _ spiegano gli avvocati sanniti Egidio Lizza e Giovanni Romano, che hanno promosso l’azione giudiziaria _ all’articolo 36, tutela il diritto al rispetto dell’orario di lavoro. Da ciò consegue che l’usura psicofisica derivante dalla mancata fruizione del riposo, deve essere risarcita. Il riposo rappresenta un bene giuridico da tutelare. Non può essere il singolo medico, dunque, a risolvere il problema degli ospedali che hanno carenze di personale».

Fonte: Il Sole 24 Ore