Arriva SearchGpt, ecco come funziona il motore di ricerca di OpenAi

Dopo una lunga fase di test arriva SearchGpt il motore di ricerca di OpenAI. Sarà possibile ottenere risposte rapide e tempestive con link a fonti web pertinenti, per le quali in precedenza era necessario rivolgersi a un motore di ricerca. Come

si legge nel sito, ChatGPT sceglierà la ricerca sul web in base a quanto richiesto dall’utente, che potrà anche scegliere manualmente di effettuare la ricerca facendo un semplice clic sull’icona “Ricerca” sul web.

La funzionalità search sarà disponibile su chatgpt.com e sulle applicazioni desktop e mobile. Inoltre, tutti gli utenti ChatGPT Plus e Team, così come gli utenti in lista d’attesa per SearchGPT, avranno accesso a questa funzionalità già da oggi. Il roll out proseguirà per gli utenti Enterprise ed Edu nelle prossime settimane e per gli utenti Free nei prossimi mesi.

Come funziona?

Il modello di ricerca di ChatGPT è una versione ottimizzata di GPT-4o, post addestrata utilizzando nuove tecniche di generazione di dati sintetici, tra cui la distillazione dei risultati di OpenAI o1-preview. ChatGPT search, si legge nella nota, si avvale di provider di ricerca di terze parti e di contenuti forniti direttamente dai partner, per fornire le informazioni che gli utenti stanno cercando Per sviluppare search, OpenAI ha collaborato con fornitori di notizie e dati per aggiungere informazioni sempre aggiornate e nuovi design visual per alcune categorie, come meteo, azioni, sport e notizie. Le chat includono collegamenti alle fonti, come articoli e blog post, che consentono di raccogliere maggiori informazioni: infatti, facendo clic sul pulsante “Fonti”, sotto la risposta fornita da ChatGPT, si apre la barra laterale con tutti i riferimenti.

OpenAI ha collaborato a lungo con il settore dell’informazione, raccogliendo i feedback dei partner editoriali da tutto il mondo, tra cui Associated Press, Axel Springer, Condé Nast, Dotdash Meredith, Financial Times, GEDI, Hearst, Le Monde, News Corp, Prisa (El País), Reuters, The Atlantic, Time e Vox Media.

Fonte: Il Sole 24 Ore