Formula 1, Verstappen vince e blinda il Mondiale
Non c’era spatola, bulldozer, raschietto, squadretta o frattazzo che oggi avrebbe potuto far di meglio per livellare le prestazioni della Formula 1 come la pioggia. Tanto temuta, tanto odiata, tanto pericolosa nelle corse. Tanto desiderata e tanto sfruttata però dai campioni con la C maiuscola. E questa volta non c’era dubbio su chi l’ha saputa gestire a suo favore come i grandi fra i grandi.
Il Gran Premio di Formula 1 del Brasile 2024 è stato un ottovolante di emozioni, pieno di colpi di scena inaspettati. Max Verstappen, partito da una sorprendente diciassettesima posizione, ha offerto una prestazione magistrale e si è assicurato una vittoria sensazionale, ribaltando le aspettative del finale di stagione per il titolo mondiale. Dopo una orrenda qualifica, è rimontato quasi dal fondo e ha vinto, con distacco, con giri più veloci a ripetizione e con nove decimi in media di gap sui diretti inseguitori. Ha dato una lezione magistrale a Norris e ora ha un vantaggio che, nei tre prossimi gran premi, potrebbe chiudere quasi a suo piacimento.
Così solo in pochi
Si è corso in Brasile, per cui le associazioni con Senna si sono sprecate: lui e Senna, ma anche Schumacher, infatti, sono stati i maghi della pioggia della seconda metà della storia della Formula 1. Con prestazioni come quella vista a Interlagos edizione 2024 però inizia a meritarsi questa gloriosa intitolazione piano piano anche Max Verstappen che, al culmine di un week-end complesso e imprevedibile, ci mette tanto di suo. Non tratteneva le lacrime la sua fidanzata storica, figlia di Nelson Piquet, che forse mai ha visto il suo amato primeggiare così bene, così indelebilmente, davanti al pubblico di casa sua, che di motori ne sa e ancora li ama nonostante siano passati più di quindici anni dalle ultime grandi gesta di un connazionale, Felipe Massa ai tempi della Ferrari.
Verstappen porta a casa la vittoria numero 62 in carriera nel modo migliore, con un tempismo perfetto per far parlare bene di sé, dopo tante chiacchiere sul suo team, dai manager ai tecnici, dalle prestazioni alle «furbate». Un’annata iniziata bene e poi, dal 23 giugno, dieci gare fa, nessuna vittoria. E quindi una leadership per un po’ abissale che, di mese in mese, stava rischiando di essere seriamente compromessa. Fin quasi a essere data per spacciata, non ancora per l’aritmetica ma dal punto di vista morale. Perché nella scorsa estate è successo di tutto: la McLaren si è scoperta incisiva e, a gare alterne, anche imbattibile. E di recente, fra l’altro, si era pure risvegliata la Ferrari che, dopo il bell’exploit dell’Australia e di Montecarlo, aveva saputo vincere a Monza e poi anche a Austin e a Città del Messico.
Passando alle rosse, si sapeva che la pista non era delle più adatte, ma nemmeno la sorte ha provato ad aiutare particolarmente qualcuno tesserato a Maranello: il terzo posto della Sprint di Leclerc, vinta da Norris seguito da Piastri, non è stato sufficiente per consolare il team dopo due vittorie consecutive alle quali oggi Charles ha saputo far seguire solo un quinto, mentre Sainz addirittura ha preso uno scivolone. Anche altri quattro piloti si sono autoesclusi causa pista molto bagnata, condizionando la gara di tanti: infatti, se la prima safety car ha fatto tardare di ben 17 minuti lo start, colpa di un «solito» Stroll che si è girato già prima dello start, a gara iniziata una seconda interruzione ha favorito, fra gli altri, anche Verstappen, con il bonus di un pit-stop «gratuito».
Fonte: Il Sole 24 Ore