tra personalità, gestione dei talenti e intelligenza artificiale”

Vedo queste due caratteristiche come complementari. Un leader empatico sarà probabilmente in grado di dare priorità anche agli obiettivi personali del proprio team. Ed è certamente un vantaggio se quegli obiettivi personali si allineano con l’intento di rimanere ed eccellere nella stessa impresa.

Fra i “lati oscuri” della leadership quale rischia di avere gli impatti maggiori sull’organizzazione?

Tutti i fattori di rischio su cui ci concentriamo sono potenzialmente dannosi. Possiamo notare tendenze tipiche in base al settore: i leader delle istituzioni finanziarie, per esempio, possono essere eccessivamente inclini al rischio e sono definiti come “Mischievous”; un leader di un settore creativo potrebbe invece essere troppo immaginativo, mentre un capo contabile potrebbe essere più scrupoloso del necessario. Tutte queste tendenze, tuttavia, non sono sempre evidenti e questi comportamenti non filtrati possono emergere quando abusiamo delle nostre qualità. Porto un altro esempio: assumere rischi in un contesto di investimento è fondamentale, ma superare un certo limite può risultare dannoso. Allo stesso modo, essere puntuali e diligenti come CFO è importante, ma quando si esagera e non si delega ai membri del team, il compito diventa così gravoso da trasformarsi in un problema di leadership.

Chiudiamo in bellezza: c’è il rischio che diventeremo “schiavi”, in ambito lavorativo, dell’intelligenza artificiale?

Non penso che ciò sia possibile. L’intelligenza artificiale è ancora lontana dal poter assumere un ruolo di leadership, perché può solo eseguire compiti e non è in grado di prendere tutte le decisioni e le considerazioni che un leader deve affrontare. L’AI rappresenta un’opportunità per aumentare la nostra efficienza e la nostra capacità di risolvere problemi e il suo utilizzo nella selezione dei dipendenti, sia da un punto di vista legislativo che legale, è attualmente vietato o si trova almeno in una zona grigia in alcune regioni. Piuttosto, stiamo cercando di migliorare l’efficienza, aiutando le aziende nostre clienti a interpretare i risultati o supportando i coach nell’integrare l’intelligenza artificiale nei loro processi. Non stiamo cercando di sostituire il personale HR interno o un coach, ma di aiutarli a crescere e migliorare.

Fonte: Il Sole 24 Ore