Mercato lento ad Artissima ma rimane alta la qualità dell’offerta

Da Varsavia, Galeri Monopol, tornata a Torino dopo tanto tempo, ha esposto nella sezione Back to the Future i lavori dell’artista Wanda Czełkowska (1930, Brest, Bielorussia – 2021, Varsavia, Polonia), una figura chiave dell’avanguardia polacca, la cui opera ha indagato sui limiti delle diverse forme e discipline artistiche, e comprende scultura, installazione, pittura, disegno e fotografia. In particolare, l’ossessione dell’artista erano sculture in gesso di diverse dimensioni che rappresentano la testa, che inizialmente riflettevano le convenzioni stilistiche della scultura etrusca per poi diventare forme astratte (a partire da 190.000 €). Dalla Lituania, la galleria Meno Parkas Gallery (Kaunas) ha presentato il lavoro poetico di Zilvinas Landzbergas, che ha ripropotto sotto forma di piccole miniature in legno sospese delle casette islandesi abbandonate, chiuse e inaccessibili, come i ricordi e le storie che esse contengono (7.000 €).

Tra le diverse le gallerie dal Sud America, nella sezione New Entry, da Città del Messico, Banda Municipal, fondata nel 2022, rappresenta artisti di diverse generazioni che sviluppano le loro pratiche artistiche intorno alla riflessione sul corpo, sul genere, sulla storia con i suoi cambiamenti e le sue contraddizioni politiche e sociali, sulla costruzione della realtà, sulla memoria, sull’intimità e sulla vita quotidiana. Ad Artissima la galleria presentava un dialogo tra gli artisti messicani Arturo Hernández Alcázar e María José Sesma, dal titolo “Understanding is not enough”, con l’installazione “Tierra Perdida” (2024) di Alcazar, che combina immagini satellitari e scarti di estrazione mineraria (prezzi da 5.500 a 9.500 €), in dialogo con le fotografie di Sesma, che ci invitano a fermarci e a riflettere su ciò che non funziona più (prezzi da 2.500 a 2.800 €).

Società e ambiente sono i temi al centro di tanti lavori esposti negli stand. Galeri lacometa di Bogotà ha presentato in un solo show il lavoro l’artista colombiano Miguel Angel Rojas, nel quale affronta il rapporto tra questioni ecologiche ed economie illecite attraverso sculture e frottage che si sgretolano lasciando intravedere la superficie sottostante e mettendo in risalto il degrado ambientale e l’estrazione intensiva delle materie prime (prezzi da 12.000 a 18.000 €).

Ginsberg + Tzu (Lima, Madrid) ha partecipato per la prima volta nella sezione Monologue/Dialogue con Silvana Pestana che, con opere in bronzo e su tela, denuncia lo sfruttamento indiscriminato nelle piantagioni di caucciù, del cacao, dell’oro e le disastrose conseguenze della prostituzione giovanile e del progressivo sterminio dell’Amazzonia a causa della sinistra avidità del capitale (per le installazioni 12.000 $ per le tele 7.500 $)

I premi

Anche quest’anno sono stati numerosi i premi e i fondi pensati per sostenere gli artisti, ma anche il lavoro delle gallerie emergenti, secondo una filosofia da incubatore dell’arte del presente. Tra le gallerie premiate per il loro lavoro nella sezione New Entries c’è la milanese Matta, che ha presentato un’installazione poetica della danese Clara Hastrup con vasche di pesci collegati a strunenti musicali che hanno creato la fila davanti allo stand per la poeticità dell’intervento. Il fondo della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt, che acquista opere per il Rivoli e la Gam, ha aumentato il budget da 200.000 a 280.000 €, acquistando opere di Sara Enrico, Chiara Fumai, Zhanna Kadyrova, Guglielmo Castelli e Chantal Joffe. Monia Ben Hamouda ha vinto il premio della Fondazione Merz che si concentra sulla ricerca nell’area del Mediterraneo, il Premio Pista 500 della Pinacoteca Agnelli è andato a Paul Pfeiffer, mentre quello di Illy è stato assegnato ad Angharad Williams. Sono solo alcuni dei riconoscimenti ad artisti che rivedremo l’anno prossimo nelle istituzioni in occasione di un’altra edizione di Artissima, nomi da ricordarsi e tenere d’occhio per il futuro prossimo.

Fonte: Il Sole 24 Ore