Manovra, è battaglia di emendamenti nella maggioranza: Fi punta al concordato bis, la Lega al taglio del canone Rai
Mentre in commissione bilancio della Camera proseguono le audizioni sulla manovra, i partiti hanno iniziato a depositare gli emendamenti (il termine è l’11 novembre, ma la data alla quale si guarda è soprattutto quelle del 18 novembre per i “segnalati”). La Lega ad esempio ha presentato un emendamento alla legge di Bilancio per ripristinare la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro, come previsto nella manovra dell’anno scorso. Lo di legge in una nota dell’ufficio stampa del partito. «Un intervento che ci sembra doveroso – commentano i parlamentari della Lega in commissione Vigilanza – anche alla luce del fatto che è ora per il servizio pubblico di migliorarsi senza gravare ulteriormente sui cittadini. Non ci fermeremo in questa battaglia e andremo avanti con la sua progressiva riduzione fino alla definitiva abolizione per favorire la transizione verso una azienda in grado di stare sul mercato».
Un tema, quello del canoni Rai sul quale si profila uno scontro nella maggioranza tra Carroccio e Forza Italia, contraria al taglio. «La Rai non può essere indebolita, abbiamo bisogno di un servizio pubblico forte. Ognuno – aggiunge – fa quello che ritiene giusto, noi lo rispettiamo, non c’è bisogno di litigare ma» il taglio del canone non fa parte dell’accordo di governo. Noi siamo contrari, e la nostra posizione non cambia. È normale che ciascuno cerchi di mettere sul tavolo le proprie priorità, poi si troverà la quadra tenendo conto delle esigenze di tutti» fa sapere il portavoce nazionale di Forza Italia Raffaele Nevi.
Le richieste della Lega a favore delle partite Iva
Ma la Lega si prepara a presentare emendamenti anche su altri temi. Il Carroccio chiede tra l’altro la proroga delle rateizzazioni degli acconti per le partite Iva e di alzare da 85mila a 100mila euro il tetto di ricavi e compensi per i titolari di partita Iva (professionisti e imprese) ai quali si applica la flat tax con aliquota ridotta del 15%. Una misura quest’ultima che però avrebbe bisogno di una previa deroga alle regole comunitarie e deve fare i conti con i saldi di finanza pubblica
Dal no alla web tax alla proroga del concordato: le richieste di Fi
Aumentare le pensioni minime, maggiore riduzione dell’Irpef, no alla web tax che invece dei ’giganti del web’ colpirà pmi e giornali on line, no all’obbligo di imporre revisori dei conti ministeriali per le imprese che ricevono contributi dello Stato, no al blocco del turn over delle Forze dell’ordine. Sono queste invece le principali richieste di modifica della manovra da parte di Forza Italia. Richieste “ufficializzate” dal segretario Antonio Tajani, che oggi in una intervista a ’Il Giornale’. Mentre Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Fi, aggiunge all’Adnkronos: «Proponiamo l’allungamento dei termini del concordato preventivo ai fini di ricavare più risorse. Vogliamo aumentare così le pensioni minime, ridurre l’aliquota Irpef sul ceto medio dal 35 al 33 per cento, evitare di mettere paletti al turn over delle forze dell’ordine, perchè riteniamo che ci sia bisogno di più sicurezza, con militari più preparati, più giovani e adeguati alle sfide da affrontare ogni giorno». Presenterete a breve degli emendamenti ad hoc? «Ne parleremo con il governo, con il ministro Giorgetti e all’interno della maggioranza», assicura Nevi.
Ciriani: tutte le manovre migliorabili ma il sentiero è stretto
A tirare il freno a mano ci pensa il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Tutte le manovre sono migliorabili e questa non fa eccezione. Ci confronteremo tutti con i partiti della maggioranza. E’ chiaro che il sentiero è molto stretto – spiega – perché i margini di correzione sono quelli che ha indicato il ministro Giorgetti, abbastanza stretti, però ci confronteremo come abbiamo sempre fatto». «L’attività emendativa non è una questione di quantità ma di qualità – precisato – quando ho detto che auspico che non ci siano tanti emendamenti non volevo dire che i parlamentari non devono fare il loro lavoro ma che talvolta è meglio concentrarsi sulle cose che possono servire piuttosto che presentare tanti emendamenti che purtroppo non hanno alcuna possibilità di essere accolti perché manca la copertura finanziaria».
Fonte: Il Sole 24 Ore