Dalla Campania gli abiti per astronauti e viaggiatori nello spazio

Da Napoli un nuovo progetto per la “fabbrica nello spazio”. Si studiano i vestiti per lo spazio: progetto in cui sono impegnati Knowledge for Business e Space Factory con il supporto del DAC (Distretto aerospaziale della Campania). L’obiettivo più ampio è studiare la possibilità di vivere nello spazio. In questo ambito, dopo essersi occupati degli orti spaziali, il Dac e i centri di ricerca campani puntano alla produzione di tessuti in grado di proteggere dai raggi cosmici gli astronauti e i futuri viaggiatori in orbita.

Progetto Sacs promosso dal partenariato esteso Mics

Il progetto di ricerca SACS (Satellitar Analyses on Cellulose for Space), promosso dal partenariato esteso MICS (Made in Italy Circolare e Sostenibile), è partito il primo settembre. E’ realizzato da due pmi campane, Knowledge for Business (capofila) e Space Factory. SACS mira a verificare la produzione in ambiente spaziale di nanocellulosa batterica, basata su un processo brevettato da Knowledge for Business, utilizzando le tecnologie sviluppate da Space Factory per il MiniLab, laboratorio per esperimenti spaziali già testato in precedenti missioni. Il progetto connette importanti filoni di ricerca: la produzione di nanocellulosa in ambiente spaziale, materia prima bio e sostenibile che si sviluppa attraverso processi batterici; ed il MiniLab, piattaforma tecnologica per esperimenti scientifici in microgravità.

La nanocellulosa, come evidenziato anche dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), possiede capacità protettive contro i raggi cosmici, rendendola utile sia come materiale tessile che per la cura e protezione della pelle degli astronauti. Esigenze importanti per chi deve condurre “vita nello spazio”, specialmente per lunghe permanenze in stazioni spaziali o viaggi di lunga durata.

«Il progetto che vede in prima linea due partner del Dac – sottolinea Luigi Carrino, presidente del Distretto Aerospaziale della Campania – consolida il nostro ruolo di catalizzatore di competenze, realizzando una forte integrazione tra ricerca e sviluppo. Ancora una volta la Campania è protagonista della Space Economy, nel definire scenari con importanti ricadute in settori, quali la salute ed il tessile, determinanti per la vita quotidiana».

Finanziato dalla Ue con 491mila euro

Il Progetto ha ottenuto un finanziamento europeo di 491mila euro, concesso dal partenariato esteso Mics e finanziato con il Pnrr. In realtà parte da ricerche che da tempo KfB ha avviato sulla nanocellulosa che si produce con un semplice processo di fermentazione batterica. Lo studio si concluderà a settembre 2025 quando tutto sarà stato predisposto sul MiniLab perchè questo possa poi produrre nello spazio. Oggi Kfb prepara un secondo step che contempla tutto quanto dovrà avvenire sul MiniLab una volta nello spazio. «Abbiamo un processo di generazione biologica che non richiede fornitura di materie prime, nè smaltimento di scarti _ dice Massimo Bracale, direttore ricerca e innovazione di KfB _ Anche gli esperimenti nello spazio dimostreranno la totale compatibilità ambientale».

Fonte: Il Sole 24 Ore