Ecco chi è Dana White, il vecchio amico di Trump sul palco della vittoria

Era a fianco di Trump venticinque anni fa, era alla Convention repubblicana a presentare Trump lo scorso luglio, è su Tik Tok a introdurre Trump alla vasta platea online durante un suo evento, è sul palco con Trump adesso che il suo vecchio amico torna alla Casa Bianca dopo quattro anni. Dana White, 54 anni, prende la parola al West Palm Beach in Florida e della vittoria di The Donald dice: «Nessuno lo merita più di lui, e nessuno lo merita più della sua famiglia. Questo è ciò che accade quando la macchina (dei media ndr) ti insegue. Lui continua ad andare avanti, non si arrende. È l’uomo più resistente e lavoratore che abbia mai incontrato nella vita. La sua famiglia è composta da persone incredibili. Questo è il karma, signore e signori, se lo merita, loro lo meritano come famiglia». Poi ringrazia youtuber e podcaster che hanno appoggiato il suo candidato durante la campagna. In una foto diffusa poche ore fa parlotta con Trump e Musk nella sera elettorale.

L’onnipresente White è il presidente dell’UFC (Ultimate Fighting Championship), organizzazione di arti marziali miste (acronimo in inglese MMA), sport che è passato in venti anni dal rischio di essere bandito (il senatore repubblicano John McCain lanciò una crociata contro l’UFC bollando questi incontri come «combattimento di galli umano») a diventare fiorente business da 11 miliardi di dollari, stima Forbes.

White, ex fattorino d’hotel, ex istruttore di pugilato poi manager, origini irlandesi e l’università abbandonata prima della laurea, è ora invocato dalla piazza online come prossimo Press Secretary ma al di là del ruolo che potrebbe avere nella seconda amministrazione Trump è indubbia l’influenza che ha avuto e la commistione del suo movimento con l’elettorato trumpiano. «La sua base è quella di Trump e la base di Trump è la sua base» ha sintetizzato Kellyanne Conway, ex consigliere alla Casa Bianca della prima amministrazione Trump. «E’ nato nel tempo perfetto» ha detto in un’intervista Mike Tyson, un suo amico intimo. E White è proprio esponente di una certa America che in Trump ha trovato il suo condottiero, in una terra di mezzo tra sport, affari e cultura dove non si rivendica la politica anche se la si fa.

Quando Trump è stato ferito all’orecchio nella sparatoria che ha attentato alla sua vita in Pennsylvania lo scorso luglio, è stato White, durante la Convention repubblicana, a celebrare il gesto dell’uomo colpito che si rialza ed è pronto a combattere. Gli atleti dell’UFC hanno spesso esaltato i valori conservatori e si sono proclamati patrioti americani. Una macchina al servizio di Trump che applaude a bordo ring da almeno da venti anni.

L’amicizia dura dal 2001: Dana White c’è sempre stato e ha seguito Trump nel passaggio dagli affari alla politica. Era suo ospite nel casino e hotel di Atlantic City Taj Mahal e a sua volta ha ospitato Trump nei suoi eventi con i combattimenti dentro la gabbia che esaltano la mascolinità (anche se ci sono combattenti donne). Il prossimo presidente degli Stati Uniti lo ha definito «una persona speciale, un imprenditore eccezionale, un amico leale». Un tramite verso quell’elettorato bianco e giovane poco istruito che indossa magliette con la scritta «blue collar patriot». In questi anni di beghe giudiziarie è agli eventi di White che Trump si presenta dopo una brutta notizia dei suoi guai legali e quello che trova è una folla che grida «Usa!- Usa!», lo stesso incitamento che lo ha accolto questa notte al West Palm Beach della Florida, quando si è presentato per tenere il primo discorso da vincitore di queste presidenziali incerte fino alla fine.

Fonte: Il Sole 24 Ore