Bracco investe 80 milioni di euro in Svizzera e triplica la produzione di mezzi di contrasto

«La Svizzera ha rappresentato un tassello fondamentale dell’internazionalizzazione del gruppo Bracco ed è proprio qui che abbiamo appena completato un secondo stabilimento a Plan-les-Oautes (vicino Ginevra, ndr), a fianco della storica fabbrica nata nel 1997. Si chiama Hexagon e ha richiesto un investimento di oltre 80 milioni di euro. Grazie al nuovo sito triplicheremo la produzione di un innovativo agente di contrasto a ultrasuoni, basato su microbolle che permette diagnosi in tempo reale. È una modalità sempre più utilizzata in tutto il mondo anche perché meno invasiva per i pazienti e meno costosa per i sistemi sanitari».

Diana Bracco, presidente e ceo dell’omonimo gruppo della chimica farmaceutica, è a Ginevra dove ha inaugurato il nuovo stabilimento su cui il gruppo chimico farmaceutico, che ha superato 1,8 miliardi di euro di fatturato e 3.800 dipendenti, ha molte aspettative. L’imprenditrice, nel nostro colloquio, ci ricorda che la Svizzera e Bracco Suisse sono stati il punto di partenza del percorso di internazionalizzazione del gruppo. In tutto, o quasi, c’è sempre un motivo. In questo caso l’inizio dalla Svizzera si deve alla provenienza asburgica del padre, il Cavalier Fulvio Bracco, che conosceva il tedesco, una lingua di cui ha incoraggiato lo studio anche nella figlia Diana. Del resto «il tedesco è la lingua della chimica a pensarci bene. Con la chimica e la farmaceutica si entra in un campo dove esiste questa lingua franca che significa molto per il settore», sostiene Diana Bracco.

Gli investimenti

La lunga durata della ricerca e l’importante dimensione degli investimenti nelle Life Sciences, fa sì che «il nostro dividendo sia reinvestito nella società, come mostra il nuovo sito di Ginevra, dove negli ultimi 10 anni abbiamo investito in R&D 12,5 milioni di euro all’anno, ma anche quello di Torviscosa, in Friuli Venezia Giulia, dove abbiamo investito oltre 30 milioni di euro», ricorda l’imprenditrice. In Svizzera il gruppo Bracco ha sviluppato il tema dell’ecocontrasto, il mezzo di contrasto per ecografia, «in maniera assolutamente innovativa – continua Bracco -. Il nostro mezzo di contrasto Ceus di microbolle per ultrasuoni riesce anche a trasportare i farmaci oncologici esattamente dove ci sono i tessuti malati. Si tratta quindi di un prodotto dal duplice fronte, sia diagnostico che terapeutico e che consente un importante passo in avanti alla medicina personalizzata». Il nuovo sito è tra i più avveniristici del gruppo grazie anche all’elevato contenuto tecnologico e digitale che è presente sia nel controllo dei processi qualitativi che quantitativi, come anche negli alert.

All’inaugurazione erano presenti oltre a Diana Bracco e Fulvio Renoldi Bracco, Vicepresidente e Ceo di Bracco Imaging, Anne Lévy, Direttrice dell’OFSP – Ufficio Federale della Sanità, Xavier Magnin, Sindaco di Plan-les-Ouates, Monika Schmutz Kirgöz, Ambasciatrice della Svizzera in Italia, Gian Lorenzo Cornado, Ambasciatore d’Italia in Svizzera, Alexandre Epalle, Direttore Generale dello sviluppo economico del Cantone di Ginevra e la parlamentare italiana Simona Loizzo.

La piattaforma Ceus

La piattaforma Ceus è una modalità di imaging diagnostico ad alta sensitività, non invasiva e senza radiazioni, in grado di migliorare la visualizzazione e la valutazione delle cavità cardiache, dei vasi sanguigni e della vascolarità dei tessuti. Le microbolle hanno anche un enorme potenziale nel campo della medicina di precisione, perché possono fungere da vettori dei farmaci, innescando l’apertura transitoria della barriera vascolare dei tessuti e migliorando così l’effetto terapeutico, più mirato e preciso possibile. «Da sempre Bracco è in prima linea nel progresso scientifico perché ha l’innovazione nel proprio DNA – afferma Fulvio Renoldi Bracco -. Con questo ambizioso progetto, che ci permette di triplicare e allargare le linee produttive, Bracco si impegna a diventare a livello globale l’azienda di riferimento nel mondo Ceus. Noi vediamo il potenziale di questa modalità in quanto complementare ai Raggi X, alla Risonanza Magnetica e alle procedure PET/SPECT proprio per aiutare i sistemi sanitari a essere più efficienti nella cura dei pazienti. La nostra piattaforma di microbolle rappresenta una tecnologia medica all’avanguardia e di facile impiego che rappresenta un valore aggiunto per l’imaging diagnostico. È un settore su cui continueremo a investire anche nel prossimo futuro, forti dei risultati già ottenuti a livello internazionale».

Fonte: Il Sole 24 Ore