Decreto fiscale, dalla rottamazione al concordato ecco che cosa cambia

Lega e Forza Italia vanno verso un redde rationem sul canone Rai. Il partito di Salvini ha, infatti, depositato un emendamento al decreto fiscale in discussione in Senato per confermare il taglio a 70 euro previsto dalla manovra dello scorso anno. Inserendo anche un contributo di 430 milioni per compensare le mancate entrate e scongiurare, così, anche un possibile aumento dei costi della pubblicità. La soluzione trovata dal partito di Salvini, non accontenta, però, gli azzurri. Tace, per ora, il governo e anche FdI non ha espresso una posizione decisa sulla questione. Ma, salvo esclusioni per inammissibilità, l’emendamento potrebbe essere messo in votazione entro una decina di giorni.

Divisi sul canone, FI e Lega hanno presentato, invece, due emendamenti identici al decreto fiscale sulla questione del payback sanitario, il meccanismo che prevede un contributo delle imprese farmaceutiche in caso di sforamento dei tetti di spesa degli enti locali per i dispositivi medici. Gli emendamenti intervengono, quindi, da un lato per dare ossigeno alle Regioni e dall’altro per istituire una cabina di regia per gestire il dossier con le aziende del settore. Il partito di Salvini insiste, poi, sul rinvio e la rateizzazione del contributo per gli autonomi anche per quanto riguarda i contributi previdenziali e assistenziali. Mentre Fratelli d’Italia ha messo nero su bianco la richiesta di riapertura dei termini del concordato biennale. Sul punto, il governo sta lavorando a un decreto che potrebbe approdare al prossimo Consiglio dei ministri atteso per martedì pomeriggio e che potrebbe fissare la nuova scadenza al 10 dicembre.

Le proposte di modifica al provvedimento sono diverse.

Forza Italia, tetto detrazioni spese scolastiche salga a 4mila

Innalzare, dal 2025, fino a 4mila euro la somma massima detraibile per le spese scolastiche dei figli in base al Testo unico per le imposte. Lo chiede Forza Italia con un emendamento.

Lega-FdI, discarico anticipato cartelle non riscosse

Il discarico anticipato, con il contestuale affidamento ad un operatore pubblico specializzato nel recupero crediti, dei crediti erariali maturati dal 1 gennaio 2025 e non ancora riscossi. Lo prevede un emendamento di Lega e FdI (firmato da Garavaglia, Borghi, Dreosto e Orsomarso) al dl Fisco, che contiene “disposizioni in materia di riscossione e di magazzino in carico all’Agenzia delle entrate-Riscossione”. L’operatore pubblico specializzato nel recupero crediti con funzione di master servicer potrà a sua volta avvalersi di uno o più operatori con funzione di special servicer, previa corresponsione, da parte del master servicer, di un’anticipazione sui futuri incassi pari al 10% del valore nominale dei crediti affidati. Le somme recuperate andranno poi riversate “in un fondo dedicato di pertinenza del Ministero dell’economia e delle finanze, al netto della provvigione corrispondente alle spese e agli oneri maggiorati del 5%”. Le quote affidate e non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento “sono automaticamente discaricate”. Per i crediti maturati nel decennio 2000-2010, poi, si prevede che l’Agenzia Entrate Riscossione disponga il discarico automatico dei crediti e gli enti creditori sono autorizzati a disporre l’affidamento per categorie omogenee di crediti individuate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, ad operatore pubblico specializzato nel recupero crediti con funzione di master servicer, il quale può a sua volta avvalersi di uno o più operatori con funzione di special servicer, previa corresponsione, da parte del master servicer, di un’anticipazione sui futuri incassi pari al 3% del valore nominale dei crediti affidati. Tale anticipazione è scomputata dall’ammontare complessivo delle somme recuperate.

Fonte: Il Sole 24 Ore