Tra Inter e Napoli vincono le difese. Ammucchiata in vetta: sei squadre in due punti

Sei squadre in due punti. Dicevamo che è in corso una piccola rivoluzione che nessuno questa estate aveva lontanamente ipotizzato. Alzano la cresta infatti squadre che di solito, pur avendo tradizioni illustri, sono quasi sempre ai margini dal giro dello scudetto. In particolare l’Atalanta che, sulla scia della nuovo successo sull’Udinese (2-1), viene chiamata a gran voce dai suoi tifosi ad assumersi le responsabilità che ormai le spettano: cioè di diventar finalmente grande puntando allo scudetto. Gasperini, artefice della crescita, getta naturalmente acqua sul fuoco (“I tifosi possono sognare ma parlare adesso di scudetto non ha senso.”), però ormai non può più esimersi. A meno di inchiodare l’Atalanta al ruolo di eterna Giamburrasca che prima spaventa le grandi ma poi, al dunque, ripiega nella sua rassicurante confort zone dello spettacolo fine a sé stesso.Ma oltre all’Atalanta, sgomitano anche Fiorentina e Lazio, tutte a quota 25, tutte lanciate e sempre più consapevoli del loro valore.

La tripletta di Kean

La Viola, alla sua sesta vittoria consecutiva, travolge il Verona (3-1) con una tripletta di Moise Kean. Lo scatenato centravanti della Nazionale è già arrivato a otto gol. Tutto grasso che cola per Luciano Spalletti, in tribuna a godersi lo spettacolo, ma anche per la squadra di Palladino sempre più convincente per gioco e continuità. Su Kean, ritenuto quest’estate un modesto ripiego, andrebbe aperto un lungo discorso sui grandi strateghi del mercato, visto che la Juventus (a Giuntoli fischieranno le orecchie) se l’è lasciato sfuggire ritenendolo fuori dai suoi progetti per il suo carattere non sempre addomesticabile. Per le casse della Fiorentina, un vero affare. Per quelle della società bianconera, molto meno. Vero che Madama ha molti giovani in crescita, ma insomma lasciar per strada un bomber con le potenzialità e l’età di Kean (24 anni) non è motivo di vanto.

Anche la Lazio, che passa a Monza per 1-0 ( bel gol di Zaccagni) fa parte del trio rampante a quota 25. Al decimo successo nelle ultime 11 partite (tra campionato e Coppa) la squadra di Baroni viaggia col vento in poppa godendo anche della crescita suoi giocatori, dieci dei quali, a partire dall’azzurro Nicolò Rovella, sono stati convocati dalle loro rispettive nazionali. Vincere aiuta a vincere. Aumenta l’autostima e soprattutto il valore economico della rosa, raddoppiato rispetto a questa estate.

Sprofondo giallorosso: esonerato Juric

Brutte notizie invece per la Roma. L’ennesima figuraccia con il Bologna all’Olimpico (2-3) dopo 53 giorni di traballante permanenza costa la panchina a Juric. Il tecnico croato è stato esonerato con uno di quei comunicati (“lo vogliano ringraziare per il suo duro lavoro, ha gestito un ambiente difficile con il massimo della professionalità…”) che dicono tutto e niente. La quarta sconfitta interna ha confermato che, ormai, la squadra non lo seguiva più. E’ una società allo sbando, quella giallorossa, con la presidenza dei Friedkin duramente contestata dalla Curva Sud che, all’intervallo, ha abbandonato gli spalti. Difficile intravedere una via d’uscita. Dopo De Rossi e lo stesso Juric, il nome più gettonato è quello di Roberto Mancini, che però pretende un accordo di almeno due anni. Si parla anche di un ritorno di De Rossi, ancora sotto contratto. Come dire? Al peggio, in questi casi, non c’è mai fine.

Tornando alle big, buone nuove vengono dalla Juventus, reduce da un agile successo (2-0) nel derby di Torino. Poco contrastata dai granata (sempre più in disarmo, pesa l’infortunio di Zapata), la squadra di Motta, trainata dagli slalom di Cambiaso e dai cross di Conceicao, ha vinto in scioltezza con le reti di Wheah e Yildiz, ormai sempre più protagonista nell’attacco bianconero. Solida in difesa, e cinica nelle conclusioni, la Juve prosegue la sua marcia d’avvicinamento alla vetta. Oltre all’Inter e al Napoli, Atalanta permettendo, è la terza forza del torneo.

Fonte: Il Sole 24 Ore