Trump nomina il falco Homan all’immigrazione e la fedelissima Stefanik all’Onu
Il presidente eletto americano Donald Trump ha annunciato il ritorno dell’intransigente Tom Homan alla guida dell’agenzia responsabile per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione, l’Immigration and Customs Enforcement (Ice) degli Stati Uniti. «Sono lieto di annunciare che l’ex direttore dell’Ice e pilastro del controllo delle frontiere, Tom Homan, entrerà a far parte dell’amministrazione Trump dove sarà responsabile dei confini del nostro Paese (”Lo zar del confine”)» ha scritto il tycoon sul suo social network Truth.
Homan, ex agente di polizia di 62 anni e funzionario dell’immigrazione di lunga data, ha ricoperto il ruolo di direttore ad interim dell’Immigration and Customs Enforcement durante la prima presidenza di Trump per un anno e mezzo, e ora avrà un ruolo con ampi poteri che coprirà una serie di questioni su cui Trump si era impegnato in campagna elettorale: dalla supervisione delle questioni di sicurezza del confine meridionale alla sicurezza marittima e aerea.
«Conosco Tom da molto tempo e non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini», ha aggiunto Trump affermando che Homan sarà responsabile di «tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro Paese di origine». Il tycoon ha promesso di lanciare il primo giorno della sua presidenza la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini nella storia degli Stati Uniti e adesso dà un volto a questa promessa.
In un’intervista con “Sunday Morning Futures” di Fox News, Homan ha affermato che i militari non rastrelleranno e arresteranno illegalmente gli immigrati nel paese e che l’ICE si muoverà per attuare i piani di Trump in «maniera umana». «Sarà un’operazione ben mirata e pianificata condotta dagli uomini dell’ICE. Gli uomini e le donne dell’ICE lo fanno quotidianamente. Sono bravi in questo», ha detto. «Quando andremo là fuori, sapremo chi stiamo cercando. Molto probabilmente sappiamo dove saranno e tutto sarà fatto in modo umano».
All’inizio di quest’anno alla National Conservatism Conference di Washington, Homan si è lamentato per la copertura giornalistica di un’operazione di deportazione di massa. «Aspetta fino al 2025. Nessuno è escluso. Se sei qui illegalmente, faresti meglio a guardarti le spalle». Aveva anche detto: «Hai la mia parola. Trump tornerà a gennaio, sarò al suo fianco e gestirò la più grande operazione di deportazione che questo Paese abbia mai visto».
Fonte: Il Sole 24 Ore