Metalmeccanici, rottura al tavolo per il rinnovo del contratto: sarà sciopero

È rottura al tavolo per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici che interessa circa 1,6 milioni di lavoratori: l’annuncio è arrivato da parte di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm che hanno rispedito al mittente la proposta formulata da Federmeccanica e Assistal lo scorso 10 ottobre in alternativa alla piattaforma sindacale. I sindacati hanno proclamato unitariamente uno sciopero nazionale di otto ore articolate su base territoriale da effettuare a partire dalla prossima settimana. Per coinvolgere i lavoratori verranno organizzate assemblee unitarie in tutti i luoghi di lavoro.

Due impostazioni diverse: il nodo degli aumenti economici

Sulla parte economica al tavolo si è creata una situazione di stallo, perché a fronte della piattaforma unitaria di Fiom, Fim e Uilm che prevede un incremento dei minimi retributivi di 280 euro nei prossimi tre anni, giudicato insostenibile da Federmeccanica e Assistal che hanno espresso la disponibilità all’adeguamento automatico dei minimi tabellari all’indicatore di riferimento, l’Ipca Nei (Indice dei prezzi al consumo armonizzato, al netto dei beni energetici importati), che sulla base delle stime ad oggi disponibili nei prossimi 4 anni si attesterà a 173 euro.

Sono proprio le due diverse impostazioni emerse al tavolo negoziale ad aver determinato questa rottura. Fiom, Fim e Uilm si muovono nel solco tradizionale dei rinnovi contrattuali che puntano a monetizzare, la piattaforma presentata lo scorso maggio è incentrata soprattutto sull’incremento di 280 euro (al livello C3) dei minimi tabellari nel triennio 2024-27, con una richiesta di aumento a 700 euro dell’importo annuo dell’elemento perequativo per i lavoratori delle imprese dove non c’è il premio di risultato.

La posizione delle imprese

Mentre da parte delle associazioni datoriali c’è indisponibilità a riconoscere sul tema salariale valori superiori al parametro Ipca Nei, avendo come baricentro la loro proposta di rinnovo del contratto nazionale Esg per la vigenza 2024-2028 l’incremento delle prestazioni e dei servizi. Federmeccanica ha spiegato che con l’adeguamento ex post dei minimi tabellari all’Ipca Nei sulla base delle stime disponibili, l’incremento totale sarebbe pari a 173,37 euro nel periodo 2025-2028. In più sono previsti altri benefici che complessivamente, al verificarsi di determinate condizioni previste sui vari istituti, potranno determinare fino a 6.510 euro circa lordi intesi come massa salariale al livello C3 nel periodo 2025-2028 (la cifra nel quadriennio è la somma della variazione dei minimi tabellari, dell’elemento economico collegato alla redditività aziendale e dei nuovi scatti di anzianità).

Al tavolo negoziale Federmeccanica e Assistal hanno sottolineato che con i flexible benefit i dipendenti potranno ricevere a regime 500 euro netti aggiuntivi nel periodo 2025-2028. Con l’assicurazione per la non autosufficienza, inoltre, è prevista una copertura che – fanno notare le imprese – al singolo individuo costerebbe complessivamente tra i 12 mila e i 14 mila euro (dal 2026 la proposta è introdurre una copertura assicurativa gratuita per garantire una rendita di 600 euro netti per tutta la vita in caso di non autosufficienza). Federmeccanica e Assistal hanno anche evidenziato l’aumento dei contributi alla previdenza complementare (il contributo a carico dell’azienda sale dal 2% al 2,2% finora previsto solo per under35 e per i neo iscritti al 2,5%) e il miglioramento delle prestazioni per l’assistenza sanitaria integrativa per le fasce deboli. Dunque il beneficio economico potenziale, nei calcoli forniti da Federmeccanica e Assistal, può raggiungere nel quadriennio 7.010.

Fonte: Il Sole 24 Ore