M5s, domani i quesiti per la «rifondazione». Il nodo del quorum e l’incognita Grillo

Il processo costituente che, nelle intenzioni del leader Giuseppe Conte, servirà a rilanciare l’azione politica del Movimento 5 Stelle si avvia alle battute finali. La riunione fiume del consiglio nazionale pentastellato non ha sciolto gli ultimi nodi sui quesiti da mettere al voto perché – viene spiegato da fonti parlamentari – la loro costruzione è complessa va limata nel modo giusto. Del resto sono tanti i temi selezionati nel corso del processo costituente dei mesi scorsi (da 300 iscritti estratti a sorte a cui si sono aggiunto 30 esterni e 30 giovani under 17) e sintetizzati nel report finale. L’ufficializzazione dei quesiti è prevista nella giornata di domani giovedì 14 novembre.

Iscritti al voto dal 21 al 24 novembre

Quel che è certo è che l’Assemblea costituente di fine novembre voterà, sul ruolo del garante, sul limite dei mandati e sulle alleanze. Così come sul simbolo e sul nome del Movimento. Mentre prendono forma i contorni delle operazioni di voto. Consultazione in rete aperta già dal 21 novembre, due giorni prima dell’inizio di “Nova”, l’evento culmine della Costituente fissato al Palazzo dei Congressi dal 23 al 24 novembre. Voto online fino alle ore 15 di domenica, poi la comunicazione dell’esito in chiusura della kermesse.

Modalità ibrida tra quesiti referendari e opzioni di scelta

La tendenza, emersa nel Consiglio, sarebbe quella di una modalità ibrida tra quesiti referendari (che prevedono una risposta secca ’sì/no’,) e quesiti con opzione di scelta. Quel che è certo è che ci saranno quesiti sul superamento del limite dei due mandati, sulle modifiche a nome e simbolo e sul ruolo del garante M5S: a quanto si apprende si sottoporrà agli iscritti sia l’ipotesi di eliminare del tutto la figura ora ricoperta dal fondatore Beppe Grillo che quella di modificarne durata e poteri. L’esempio più discusso è proprio quello relativo al ruolo di Beppe Grillo. A una domanda secca, come potrebbe essere “vuoi eliminare il ruolo del garante?”, l’iscritto si potrebbe troverebbe di fronte a un bivio: “sì” o “no”. Nel caso di una risposta negativa, si aprirebbe una sorta di menù a tendina con altre proposte tra cui scegliere: si va dal convertire la figura in un ruolo a tempo determinato al trasformarla in una carica onorifica.

Il ruolo di Grillo

Al di là della procedura, una cosa è certa: i poteri di Beppe Grillo usciranno ridimensionati dalla consultazione, se non definitivamente cancellati. Non a caso, ora, i fari sono tutti puntati sulle possibili reazioni del garante. A cominciare da un suo possibile intervento infuocato in Assemblea, dopo mesi di guerra aperta con Conte. Nessuno lo esclude, molti si aspettano la sorpresa.  Ma il timore diffuso è che l’Assemblea rischi di non chiudere il nodo Grillo. Molti sottolineano come il garante possa sempre richiedere la ripetizione di alcune votazioni. E, nel caso di un secondo giro di consultazioni, ipotesi già di per sé dirompente, il raggiungimento del quorum della metà più uno degli iscritti sarebbe uno scoglio non da poco.

Le regole dello statuto

Da statuto infatti entro 5 giorni, decorrenti dal giorno della pubblicazione dei risultati delle votazioni aventi ad oggetto le modifiche del presente Statuto e/o della Carta dei Principi e dei Valori, il Garante può chiedere la ripetizione della votazione che, in tal caso, s’intenderà confermata solo qualora abbiano partecipato alla votazione almeno la metà più uno degli Iscritti aventi diritto al voto. Sullo sfondo ci sono sempre gli spettri di una scissione o di una sfida in tribunale. Conte intanto è pronto a parlare alla sua comunità, con l’intenzione di lanciare due ulteriori momenti di dibattito online prima dell’Assemblea. Un modo per mobilitare la base, ma anche il consenso.

Fonte: Il Sole 24 Ore