Mps, il Mef vende il 15% del capitale per 1,1 miliardi. Il 5% va al BancoBpm, con Anima sale al 9%. Caltagirone e Delfin si dividono il restante 7%
Dopo una lunga attesa, sul mercato è arrivata la terza tranche della quota detenuta dal Mef in Montepaschi. Ma il vero colpo a sorpresa è che a spuntare tra gli acquirenti è BancoBpm, banca che mette così le mani su Siena e ne ipoteca, in qualche modo, le future mosse. Il Tesoro ieri ha infatti messo in vendita tramite Accelerated bookbuilding circa il 15% del capitale di Mps, dopo aver studiato inizialmente la vendita del 7 per cento. L’elevata domanda, pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale, e la presenza di un premio del 5% rispetto all’odierno prezzo di chiusura del mercato, ha spinto il Mef a raddoppiare l’offerta finale sul mercato.
La mossa di BancoBpm (e Anima)
A comprare, a sorpresa, è stato BancoBpm che ha acquisito un pacchetto attorno al 5% a valle di un Cda straordinario tenutosi nel pomeriggio, come anticipato dal Sole 24Ore.com. Il blitz rientra nel contesto dell’0perazione appena varata su Anima Sgr: nei giorni scorsi la banca guidata da Giuseppe Castagna ha lanciato un’Opa sulla società di gestione del risparmio che ha in essere con Mps ha un importante accordo di distribuzione. Da qui l’obiettivo di blindare tali accordi.
L’operazione «è coerente con la strategia di rafforzamento delle fabbriche prodotto del gruppo», spiega piazza Meda in una nota. Mps è infatti il «principale distributore» dei prodotti di Anima, dopo Banco Bpm, ed è quindi un partner «strategico» per la crescita futura di Anima e delle sue controllate. Da Castagna arriva peraltro «l’apprezzamento» per i «risultati e i progressi» ottenuti negli ultimi anni dal ticket formato dal ceo Luigi Lovaglio e dal presidente Nicola Maione. Tuttavia, chiarisce la nota, «Banco Bpm non intende sottoporre alle autorità competenti le richieste di autorizzazione per il potenziale superamento della soglia di partecipazione del 10 per cento». Al 5%, BancoBpm però aggiungerà a tendere un altro 4% una volta che l’Opa su Anima sarà conclusa: la Sgr ha infatti comprato un 3 per cento circa nell’ambito della cessione del 15% del Mef.
Gli altri azionisti
A spartirsi il restante 7% sono due nomi di peso nel mondo finanziario: il gruppo Caltagirone e Delfin. L’ingegnere, rilevando una quota del 3,5%, torna così nella banca di cui era stato vicepresidente fino al 2012. Identica la quota comprata da Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, che controlla Luxottica e ha partecipazioni in Mediobanca e Generali. Con questo assetto, nei piani del Tesoro si garantisce l’italianità del progetto Mps, attorno a cui si va costruendo un polo bancaria di peso alle spalle di Intesa Sanpaolo e UniCredit. Un indizio del possibile legame tra la cessione della quota di Mps e piazza Meda, del resto, era spuntato già nel pomeriggio, quando era emerso la scelta dell’advisor fatta del Mef: l’operazione di vendita accelerata vedeva Banca Akros, merchant bank di BancoBpm, come unico Global Coordinator e Bookrunner della cessione.
Giorgetti: «Operazione di politica bancaria e finanziaria»
«Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo».
Fonte: Il Sole 24 Ore