Dazi Usa, perché l’Italia e la Germania sarebbero i due paesi Ue più esposti
Italia e Germania sono i paesi che rischiano di più in Europa con il prossimo ricorso da parte di Donald Trump a dazi? Il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni nel presentare le nuove previsioni sull’economia europea lo mette nel conto: il faro è prima di tutto sulla possibile svolta protezionistica negli Usa. L’impatto non sarà immediato, occorrerà verificarne la portata nei prossimi mesi e tuttavia per Gentiloni è «evidente» che nuovi dazi negli Usa potrebbero «avere ripercussioni, specialmente nei Paesi che hanno i maggiori surplus commerciali con gli Stati Uniti, che sono Germania e Italia».
L’impatto dei nuovi dazi in Europa
Le conseguenze in Europa sarebbero pesanti considerato che le relazioni commerciali tra l’Unione e gli Stati Uniti valgono circa mille miliardi di euro in beni e servizi all’anno. La bilancia commerciale con gli Usa è a favore dell’Ue, con un’eccedenza di 156 miliardi di euro nel 2023, a fronte di un deficit nei servizi di 104 miliardi di euro. Una tariffa generalizzata del 10% o del 20% renderebbe più costoso per le aziende statunitensi importare beni dell’Ue, mettendo a rischio fino a un terzo delle esportazioni europee attraverso l’Atlantico in alcuni settori, come quelli dei macchinari industriali e dei prodotti chimici (che costituiscono il 68% delle esportazioni verso gli Stati Uniti nel 2023). Gli effetti di una possibile guerra commerciale con gli Stati Uniti potrebbero causare effetti recessivi in Europa. Un dazio universale del 10% potrebbe ridurre tra l’1% e l’1,6% il Pil dell’eurozona.
In Italia nuovi dazi avrebbero ripercussioni sulla crescita
A bocce ferme, la Commissione europea non va oltre un aumento del Pil dello 0,7% nell’anno in corso. A maggio scorso la stima era dello 0,9% mentre il Governo prevede l’1 per cento. Il Pil dell’Italia dovrebbe poi crescere dell’1% nel 2025 (1,1% le precedenti stime), per salire poi dell’1,2% nel 2026. Previsioni che ovviamente non tengono conto della variabile dazi. Ne subirebbe le conseguenze il nostro export. Secondo i dati annuali più aggiornati dall’Istat , nel 2023 le esportazioni italiane negli Stati Uniti hanno raggiunto i 67,3 miliardi di euro. Le importazioni in Italia provenienti dagli Stati Uniti, invece, hanno raggiunto i 25,2 miliardi di euro. Dunque, nel complesso l’interscambio commerciale tra i due Paesi vale più di 92 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo per l’Italia di 42 miliardi di euro con le esportazioni americane in Italia concentrate soprattutto nei settori del petrolio e del gas, metalli preziosi, macchinari e farmaci. Il possibile impatto sul Pil è strettamente connesso alle contromosse che verrebbero decise in sede europea e dalla Germania, che rappresenta per l’Italia il principale mercato di sbocco in Europa e non a caso una parte della flessione della crescita registrata quest’anno si deve proprio alla grave crisi in atto nella ex locomotiva tedesca. L’export è una variabile fondamentale del nostro Pil, se si considera che nel 2023 le esportazioni italiane di merci hanno raggiunto quota 626 miliardi di euro, sostanzialmente stabili rispetto a quanto registrato nel 2022. Dunque una variazione in negativo di tali volumi di esportazioni per effetto dei dazi avrebbe effetti sul Pil, anche se al momento è difficile misurarne l’impatto.
La Germania rischia di più
A rischiare di più nel caso in cui Trump seguisse come ha promesso la strada dei dazi sarebbe la Germania, la maggiore economia europea ma anche la più dipendente dalle esportazioni in questi settori. Le ultime previsioni della Commissione Ue quest’anno la Germania sarà in recessione (-0,1%), per poi crescere dello 0,7% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026. Le previsioni economiche di autunno della Commissione sono state elaborate in base ai dati noti al 31 ottobre. Quindi anche per la Germania le conseguenze protezionistiche della rielezione di Trump non sono incluse nelle stime. Tuttavia il rischio per Gentiloni è che vi sia un rivolgimento nel commercio globale, con conseguenze pesanti per la Germania. L’import export tra Germania e Stati Uniti ha totalizzato 63,40 miliardi di euro tra gennaio e marzo del 2024. Gli Stati Uniti si confermano il primo partner commerciale per le esportazioni tedesche. Nel 2022 la Germania ha esportato merci negli Usa per 156 miliardi, più che in qualsiasi altro Paese nel mondo. Ora pesa anche l’incognita politica, con le elezioni alle porte.
Fonte: Il Sole 24 Ore