Novembre parte al rialzo per l’Europa, Piazza Affari +3,4% in una settimana

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Novembre parte con il segno più per le Borse europee. Nella prima settimana del mese, gli indici del Vecchio Continente hanno tutti guadagnato con il Ftse Mib di Piazza Affari maglia rosa, avendo registrato un progresso rispetto a venerdì scorso del 3,42 per cento. Seguono sul podio il Cac40 di Parigi (+3,08%), e il Dax40 di Francoforte (+2,33%). Quando lo Stoxx 600 ha guadagnato l’1,67% nell’ottava, hanno chiuso in positivo ma con rialzi più contenuti l’Aex di Amsterdam (+1,09%), il Ftse100 di Londra (+0,92%) e l’Ibex35 di Madrid (+0,80%) che ha salvato la settimana grazie al rialzo di un punto percentuale nella seduta di venerdì 5 novembre. Tra i settori, il migliore della settimana a livello europeo è stato quello tecnologico (+3,2%), seguito da Auto (+2,86%) e Beni e Servizi industriali (+2,84%). Il calo messo a segno a livello settimanale dal prezzo del greggio (-1,97% il Brent e -2,66% il Wti) si è riflesso anche sull’azionario con il comparto Oil & Gas che ha perso il 2,14%, quando solo il settore Materie Prime ha fatto peggio, perdendo il 2,77 per cento. A Piazza Affari, nel Ftse Mib, la regina della settimana è stata Ferrari (+11,61%) che ha continuato ad aggiornare i suoi massimi storici, seguita da Tim (+10,74%) spinta dalle indiscrezioni su possibili novità legate a FiberCop. Terzo posto per Tenaris (+10,28%). Nel segmento principale italiano, la settimana è stata negativa solo per Diasorin (-6,58%) e Buzzi Unicem (-1,04%), quando Enel (+0,80%) ha registrato il progresso più limitato.

Venerdì 5 novembre chiusura in rialzo dopo dati Usa

Chiusura in rialzo per le Borse europee nell’ultima seduta della settimana con Parigi e Francoforte che hanno toccato i rispettivi massimi storici. A Piazza Affari il Ftse Mib è salito dell’1%, a Parigi il Cac40 dello 0,76% sopra la soglia dei 7mila punti e a Francoforte il Dax40 ha segnato un più limitato +0,15%, sufficiente comunque ad attestarsi sopra i 16mila punti. Bene anche Madrid (+1,01%), con Amsterdam sotto la parità (-0,08%). Dopo un avvio sottotono, gli indici del Vecchio Continente hanno trovato maggiore slancio, sostenuto dalla metà seduta dai dati sul mercato del lavoro Usa. Nel mese di ottobre sono stati creati 531mila posti di lavoro, sopra le attese, con il tasso di disoccupazione sceso al 4,6 per cento. E a Wall Street chiusura a livelli record dopo i dati positivi sull’occupazione, col Dow Jones che guadagna lo 0,57% a 36.329,07 punti, il Nasdaq lo 0,20% a 15.971,59 punti e l’indice S&P500 lo 0,37% a 4.697,60 punti. I mercati, concentrati nei giorni scorsi sulle banche centrali, si sono stabilizzati dopo le decisioni prese: la Federal Reserve ha annunciato l’avvio del tapering e la Bank of England ha lasciato invariati i tassi e le misure di sostegno. Sul fronte Covid-19, i timori di una quarta ondata in alcuni Paesi europei sono stati mitigati dalle notizie sul fronte delle cure: dopo Merck, Pfizer ha annunciato che la sua pillola sperimentale per curare il Covid-19 ha ridotto dell’89% il rischio di ospedalizzazione o morte nei pazienti trattati subito dopo la comparsa dei sintomi. Sono rimasti sullo sfondo i nuovi timori sul mercato immobiliare cinese, dopo la crisi che ha travolto Evergrande, è emerso che la società di sviluppo immobiliare cinese Kaisa non ha pagato un prodotto di risparmio, cosa che ha penalizzato i listini dei Sud Est Asiatico, e i deludenti dati sulla produzione industriale in Germania (-1,1% mensile a settembre) e Francia (-1,3%).

Usa, +531mila nuovi posti a ottobre

Rapporto sull’occupazione di ottobre migliore del previsto, negli Stati Uniti. Il mese scorso è stato registrato un aumento dell’occupazione statunitense (escluso il settore agricolo) superiore alle attese, invertendo il trend dei due mesi precedenti, e un calo della disoccupazione superiore alle previsioni, con il tasso sceso al livello più basso dall’inizio della pandemia. A ottobre, sono stati guadagnati 531.000 posti di lavoro rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 450.000 posti; il dato di settembre e’ stato rivisto da 194.000 a 312.000, quello di agosto da 366.000 a 483.000, per un’aggiunta complessiva nei due mesi precedenti di 235.000 posti di lavoro. A luglio, erano stati aggiunti più di un milione di posti di lavoro, il miglior dato dell’anno. La disoccupazione è scesa dal 4,8% di settembre (invariata) al 4,6%, contro attese per un calo al 4,7%.

Banche centrali sotto la lente

Le mosse delle banche centrali rimangono sotto la lente, anche se per adesso non sono state annunciate manovre che hanno sorpreso gli investitori. Mercoledì 3 novembre la Federal Reserve ha annunciato il tapering, ossia la riduzione di acquisti di asset per 15 miliardi di dollari al mese, rispetto al livello di 120 miliardi di dollari. La mossa era già largamente metabolizzata dai mercati e soprattutto il numero uno, Jerome Powell, ha rassicurato che l’istituto centrale sarà invece «paziente» sul ritocco dei tassi. Ieri la Banca d’Inghilterra ha annunciato lo status quo sulla politica monetaria, a dispetto delle attese degli analisti su un possibile ritocco al rialzo dei tassi. Il costo del denaro è stato dunque confermato al minimo storico dello 0,1 per cento.

Fonte: Il Sole 24 Ore