Trimestrali: Tenaris batte le aspettative, Enel si conferma, Cnh rivede la guidance al ribasso

Giornata di trimestrali a Piazza Affari. A pubblicare i conti oggi sono, tra gli altri, Enel, Cnh, Maire Tecnimont, Carel Industries, Inwit, Sanlorenzo, oltre a diversi istituti bancari. Sono stati invece pubblicati nella tarda serata della giornata di ieri i dati sui nove mesi di Tenaris. Il produttore di tubi in acciaio senza saldatura per l’oil&gas ha chiuso il terzo trimestre con utile e fatturato in rialzo, superando le previsioni degli analisti. Nei tre mesi il gruppo ha riportato un utile netto di 326 milioni di dollari, 0,28 dollari per azione, contro il rosso da 36 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi sono balzati del 73% a 1,754 miliardi (+15% rispetto al secondo trimestre). Le stime del consensus erano per un utile netto di 193 milioni con ricavi per 1,662 miliardi. L’utile operativo è stato di 231 milioni (da una perdita per 70 milioni nello stesso periodo del 2020), l’Ebitda è cresciuto del 254% a 379 milioni e il margine Ebitda è passato dal 10,6% al 21,6%, in scia all’aumento dei prezzi medi di vendita. Nei primi nove mesi dell’anno l’utile è stato di 717 milioni di dollari, contro perdite per 752 milioni dello stesso periodo del 2020, con ricavi in aumento dell’11% a 4,464 miliardi. L’utile operativo è stato di 434 milioni (da perdite per 670 milioni) e l’Ebitda è salito del 97% a 877 milioni. Il consiglio di amministrazione di Tenaris ha approvato il pagamento di un acconto sul dividendo per 0,13 dollari per azione. Tenaris prevede che le vendite continueranno a crescere nel quarto trimestre, mentre ‘Ebitda margin dovrebbe rimanere vicino agli attuali livelli. La società ha infine annunciato di avere raggiunto un accordo preliminare con Jfe Holdings per chiudere la jv per le attività sulla produzione di tubi senza saldatura a Kawasaki, in Giappone.

La trimestrale di Enel ha evidenziato ricavi per 57,914 miliardi di euro (+17,1% dai primi nove mesi del 2020) con maggiori ricavi di tutte le linee di business che hanno più che compensato il negativo andamento dei cambi in America Latina. L’ebitda ordinario si attesta a 12,63 miliardi (-3,9%); la diminuzione è dovuta ad eventi non ricorrenti rilevati nei primi nove mesi del 2020, come la modifica dello sconto energia in Spagna, principalmente nelle Infrastrutture e Reti e nella Generazione Termoelettrica e Trading, e i proventi connessi all’applicazione delle delibere dell’Arera in Italia. L’ebit è di 6,254 miliardi (-10,3%), il risultato netto del gruppo raggiunge 2,505 miliardi e registra una flessione del 14,2%. Aumentano gli investimenti del 20,4% a 7,9 miliardi per accelerare la crescita in Infrastrutture e Reti, in Enel Green Power, nei Mercati finali e in Enel X. L’indebitamento finanziario netto a 54,389 miliardi sale del 19,8% dai 45,415 miliardi a fine 2020, principalmente per gli investimenti del periodo, per l’acquisizione di un’ulteriore quota di partecipazione in Enel Americas e per l’effetto cambi negativo. La società ha deliberato un acconto sul dividendo 2021 pari a 0,19 euro per azione, in pagamento dal 26 gennaio 2022, in crescita dell’8,6% rispetto all’acconto distribuito a gennaio di quest’anno; previsto un dividendo complessivo sui risultati dell’esercizio 2021 pari a 0,38 euro per azione. «Nei primi nove mesi dell’anno abbiamo continuato il nostro percorso di crescita industriale, registrando un miglioramento della performance operativa in tutte le nostre linee di business – ha detto il ceo Francesco Starace -. Abbiamo incrementato gli investimenti di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, investimenti che ci permetteranno di supportare la crescita e cogliere le opportunità della ripresa in corso». Sulla base di queste premesse, «confermiamo per il 2021 – ha aggiunto il ceo – gli obiettivi finanziari di Ebitda ordinario e utile netto ordinario presentati ai mercati in occasione dell’ultimo Piano Strategico. Confermiamo inoltre la politica dei dividendi che vede un incremento di circa il 9% dell’acconto sul dividendo che sarà distribuito a gennaio 2022».

Nel terzo trimestre 2021, Cnh Industrial ha registrato un utile netto di 329 milioni di dollari, che si confronta con una perdita di 932 milioni nello stesso periodo di un anno fa. I ricavi netti sono stati pari a 7,972 miliardi di dollari, in crescita del 23% rispetto a un anno fa. Crescita del 23% anche per i ricavi netti da attività industriali, arrivati a 7,537 miliardi di dollari. L’utile netto adjusted del trimestre è pari a 496 milioni di dollari, con risultato diluito per azione adjusted pari a 0,36 dollari (utile netto adjusted di 156 milioni di dollari nel terzo trimestre 2020, con risultato diluito per azione adjusted pari a 0,11 dollari). Nei primi nove mesi del 2021, il risultato diluito per azione adjusted è stato pari a 1,10 dollari, superando tutte le performance annuali passate. L’ebit adjusted delle Attività Industriali risulta pari a 469 milioni di dollari (238 milioni di dollari nel terzo trimestre 2020), con l’ebit adjusted della divisione Agriculture pari a 415 milioni di dollari, continuando la forte performance del segmento. Per l’intero 2021, Cnh Industrial ha leggermente ritoccato la guidance. In particolare, per quanto riguarda i ricavi di vendita netti, il gruppo si aspetta che saranno al livello inferiore delle prospettive precedenti (in crescita tra il 24% e il 28% anno su anno) includendo gli effetti del delta cambio di traslazione. Ad ogni modo, la società si aspetta che la domanda rimanga solida in tutte le aree geografiche e in tutti i segmenti. L’amministratore delegato Scott Wine ha spiegato che il management sta «lavorando intensamente per minimizzare l’impatto» sulla produzione della carenza di materie prime lungo la catena di approvvigionamento. Il quarto trimestre dell’anno sarà il più colpito da questa situazione di tensione per gli approvvigionamenti, mentre secondo Wine nel 2022 la situazione dovrebbe migliorare.

Nei primi nove mesi dell’anno salgono a 2.052,8 milioni i ricavi di Maire Tecnimont (+9,8%), mentre l’Ebitda passa a 124,1 milioni, con una marginalità stabile al sei per cento. La posizione finanziaria al 30 settembre mostra un indebitamento netto pari a 10,6 milioni, in miglioramento di 106,3 milioni rispetto al 31 dicembre 2020 grazie alla generazione dicassa operativa dei progetti in portafoglio per 198,6 milioni. Grazie alle acquisizioni dei nove mesi del 2021, che ammontano a 3.302,2 milioni il portafoglio ordini al 30 settembre 2021 è pari a 7.458,9 milioni, di cui circa il 76% è costituito da progetti di gas monetization ed energy transition. In considerazione delle nuove acquisizioni consuntivate già nei primi nove mesi del 2021, alcune già recentemente avviate e destinate ad entrare in una fase operativa più intensa nelle prossime settimane e altre destinate a essere avviate entro la fine dell’esercizio, dei contratti in portafoglio in corso di esecuzione, assumendo un non peggioramento della situazione pandemica e relativi impatti, nei prossimi trimestri «sono attesi – spiega l’azienda – volumi di produzione in crescita con una marginalità in linea con quella mediamente espressa nei primi nove mesi del 2021».

Approvati, in giornata, anche i conti trimestrali di Banca Ifis. Nei nove mesi i ricavi sono saliti a 449,2 milioni (+40%), «il massimo storico – spiega la società in una nota – grazie a un vigoroso sviluppo di attività nel portafoglio commerciale e alle ottime performance del settore Npl». L’utile netto di pertinenza della capogruppo è pari a 80,2 milioni e cresce a doppia cifra (+53,2%) rispetto ai 52,3 milioni dello stesso periodo 2020. Il CET1 risulta in crescita all’11,68% (11,29% al 31 dicembre 2020) rispetto a un requisito SREP dell’8,12%. «Tali risultati – si precisa – sono calcolati senza includere gli utili generati dal gruppo bancario nei primi nove mesi del 2021». Alla luce dei conti realizzati nei nove mesi Banca Ifis alza le stime e prevede di raggiungere un utile netto tra i 90 e i 100 milioni (era tra 80 e 90 milioni di euro il target comunicato il 5 agosto 2021) e ricavi tra i 570 e i 590 milioni di euro (era tra 540 e 560 milioni di euro la guidance comunicata il 5 agosto 2021).

Fonte: Il Sole 24 Ore