La nuova vita delle centrali dismesse: dal villaggio turistico al centro ricerche

Un hub logistico al posto della vecchia centrale a turbogas. Oppure un parco nella miniera di lignite ormai dismessa o ancora un centro turistico dove un tempo si produceva energia dalla combustione dell’olio.

Si cambia

E in questo scenario, in cui va avanti il processo di transizione energetica con una spinta verso le rinnovabili e una conseguente riduzione delle fonti fossili, cambia anche il futuro delle centrali termoelettriche dell’Enel presenti nei diversi centri d’Italia. Allo stop non corrisponderà una chiusura dei cancelli ma un piano di riconversione e valorizzazione in cui, molto spesso, la produzione di energia da rinnovabili si sposerà con attività imprenditoriali differenti. Non strutture e immobili abbandonati ma riconversione e valorizzazione. E nuove attività. Da Augusta a Piombino passando per Carpi e Porto Tolle.

La nuova vita degli impianti

«Enel, in coerenza con il processo di transizione energetica verso un modello più sostenibile, si pone ormai da alcuni anni a livello globale l’obiettivo di dare una seconda vita ai siti delle centrali termoelettriche – dice Fabio Cataudella, Responsabile Power Plants Repurposing di Enel –. Il processo di riqualificazione e nuovo sviluppo segue dei principi chiave di economia circolare, sostenibilità e innovazione in un percorso di condivisione e valore condiviso con le comunità ed istituzioni locali».

Tra energia e nuove chances

Nuovo corso e nuove opportunità per le strutture che hanno garantito l’approvvigionamento energetico per lungo tempo sia agli abitanti dei territori sia alle attività produttive. «Le centrali potranno diventare così innovativi poli energetici integrati, dove convivono diverse tecnologie utili a favorire la transizione energetica – argomenta il dirigente -. La riqualificazione degli impianti si pone come priorità di valorizzare gli asset esistenti verso una produzione integrata con nuove risorse rinnovabili e sistemi di accumulo, quando un sito può avere nuove potenzialità di sviluppo in ambito energetico, integrando, laddove tale potenzialità non sia presente o lo sia solo in parte, con nuovi progetti imprenditoriali in ambiti differenti».

L’hub logistico e il Parco naturale

A Fossoli a Carpi il progetto di conversione è stato compiuto. La centrale a turbogas è stata completamente riconvertita e oggi è un polo logistico: 20.000 metri quadrati coperti con aree esterne di stoccaggio utilizzati per attività legate alla gestione della rete elettrica. Oppure in Toscana nell’area di Santa Barbara (vicino all’omonima centrale a gas dotata di tecnologia all’avanguardia e attualmente attiva), dove al posto della ex miniera di lignite si lavora a un programma di valorizzazione della fauna e flora. «Stiamo lavorando per portare avanti un piano di riassetto molto importante – argomenta – con l’obiettivo di valorizzare il parco di quasi 1.600 ettari in un’area fruibile ed aperto agli abitanti. Abbiamo già creato 80 chilometri di strade bianche fruibili che da circa dieci anni vengono percorse anche dalla ciclostorica Marzocchina, e da dove è possibile vedere i laghi e anche il ritorno dei caprioli».

Fonte: Il Sole 24 Ore