Locatelli: lockdown per non vaccinati? «Soluzione non praticabile in Italia»

«La praticabilità sia in termini concreti e operativi sia per quel che riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali è alquanto problematica, quindi non credo che si tratti di una soluzione in questo momento proponibile nel nostro Paese. Ha magari un suo razionale medico, ma la misura non è considerabile». Così Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di Sanità, ospite a ’Mezz’ora in più’ su Rai3 boccia l’ipotesi di un lockdown solo per i non vaccinati, sulla falsa riga di quanto deciso in Austria, dove dall’8 novembre chi non è immunizzato non potrà più accedere a ristoranti, movida, hotel, sport, eventi culturali e sarà escluso da iniziative di tempo libero.

Locatelli: per proroga stato emergenza serve norma di legge

Quanto alla possibile proroga dello stato di emergenza, «fino al 31 gennaio 2022 è compatibile con la normativa e la legislazione attuale – ha ricordato Locatelli – ma da qui al 31 dicembre quando è prevista la scadenza passa ancora tempo prima che la questione possa più opportunamente essere considerata». È chiaro che se poi il governo, «e la decisione è tutta politica», vorrà considerare l’ipotesi di proroga, «o si ferma al 31 di gennaio o necessita di provvedimenti normativi-legislativi per poter andare oltre». Su sollecitazione di Lucia Annunziata, che gli chiedeva se è allo studio un cambiamento legislativo, Locatelli ha risposto: «Non se ne è affatto discusso».

«Vaccino 5-11 anni per tutela socialità e formazione»

Il coordinatore del Cts si è espresso ancha a favore dell’estensione della vaccinazione nella fascia 5-11 anni. «Quando saranno approvati da Ema e Aifa, non vedo perché non offrire la vaccinazione alla fascia di età 5-11 anni, negli Usa lo si fa già» e viene raccomandato dalle società di pediatri. Seppur raramente infatti «anche i bambini sviluppano forme gravi di malattia o forme persistenti di Covid e dobbiamo tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi. Inutile lamentarci dei risultati dei test Invalsi se non facciamo di tutto per mantenere le scuole aperte». La riduzione della circolazione del virus «è un valore aggiunto».

«Questo Natale più sociale dello scorso anno»

Ad ogni modo quello in arrivo «sarà un Natale certamente connotato da maggior socialità rispetto a quella dell’anno scorso esattamente». E questo grazie alla situazione epidemiologica che in Italia assieme alla Spagna e al Portogallo è la migliore di tutta Europa». In termini di vaccinazione «siamo cinque punti sopra la Germania e tre punti e mezzo rispetto alla Francia. È chiaro che la strada maestra è questa e dobbiamo continuare a cercare di convincere ancora chi è restio, riluttante o resistente». Lo scorso anno il 5 novembre «avevamo 445 decessi contro i 51 di quest’anno nella stessa data, 15,7% positività contro l’1,2% di quest’anno, 25.647 ospedalizzati contro 3.519». Ecco perché i segnali da non sottovalutare di maggiore circolazione del virus «non devono sfociare nell’allarmismo».

«Manifestazioni al limite dell’ingiustificabile»

Quanto alle manifestazioni no Green pass sono «difficilmente comprensibili per non dire al limite dell’ingiustificabile, soprattutto quando poi sfociano nelle violenze che qualche volta le hanno connotate». Di fatto tutto quello che è stato fatto in questo Paese «è stato cercare di offrire le migliori condizioni di protezione: distanziamento, mascherine e Green pass sono stati tre pilastri fondamentali».

Fonte: Il Sole 24 Ore