I leader e il viaggio verso l’organizzazione ibrida: istruzioni per l’uso

Adattarsi al nuovo mondo del lavoro e, soprattutto, a un nuovo modo di lavorare. Fra le tante priorità in agenda, oggi i manager (e non solo quelli che operano nelle risorse umane) sono chiamati a dedicare attenzione e capacità a due tendenze convergenti, “The Hybrid Paradox” e “The Great Reshuffle”. La traduzione letterale in italiano di questi due fenomeni, il “paradosso ibrido” e “il grande rimescolamento”, esemplifica chiaramente come le organizzazioni stiano affrontando una fase di passaggio estremamente importante, in cui è tutt’altro che semplice trovare la via maestra per garantire l’efficienza dei processi, gestire il ripensamento dei modelli, consolidare l’engagement di dipendenti e collaboratori e aumentare l’attrattività dell’azienda verso i nuovi talenti.

Due studi, uno a firma di Microsoft e il secondo elaborato da LinkedIn sulla base di oltre 500 interviste condotte negli Stati Uniti e nel Regno Unito e relative alla visione che i C-level hanno del lavoro oggi e per il futuro, hanno permesso di identificare alcune buone pratiche che potrebbero aiutare i leader ad accompagnare le proprie aziende in questo percorso di transizione.

Partiamo dal secondo, secondo cui l’81% dei manager ha già offerto maggiore flessibilità ai propri dipendenti o prevede di farlo per rispondere alle loro aspettative (l’87% preferirebbe continuare a lavorare da remoto almeno per la metà del proprio tempo), mentre il 58% è dell’idea che una maggiore flessibilità sia positiva sia per le persone sia per il business. Il 72% dei manager, questo un altro dato emerso dall’indagine, pensa invece che la formazione sia un elemento essenziale per ottenere le competenze necessarie per operare in ambienti ibridi e flessibili.

L’osservazione che il Ceo di LinkedIn, Ryan Roslansky, ha postato online a inizio settembre per commentare i dati di questo studio fotografa chiaramente le complessità con le quali il management di qualsiasi azienda è chiamato a convivere. “Stiamo vivendo un momento di cambiamento senza precedenti nella storia del lavoro – ha scritto – e gestire tutto questo cambiamento, specialmente tutto in una volta, è difficile, proprio perché siamo in un momento in cui tutti stanno ripensando tutto: i leader modelli di lavoro, cultura e valori aziendali, i dipendenti il modo in cui essi lavorano, cercando al contempo le opportunità che meglio corrispondono alle loro esigenze, che si tratti di maggiore flessibilità, migliore retribuzione o più profonda realizzazione”.

Al centro di tutto, si dice convinto Roslansky, c’è l’inizio di una nuova relazione, più dinamica, tra datori di lavoro e dipendenti. Le migliori intenzioni, ha ammonito il Ceo, non sono però sufficienti per gestire un momento complesso come quello attuale e per creare le condizioni affinché possa svilupparsi un circolo virtuoso fra il management e gli altri componenti dell’organizzazione. Il primo passo per cogliere le opportunità che risiedono nel “Great Reshuffle” sarà dunque quello di coinvolgere i dipendenti con fiducia ed empatia e attraverso una maggiore propensione alla discussione e al dialogo, così da farli sentire sempre di più parte integrante dei processi aziendali.

Fonte: Il Sole 24 Ore