Pd-Articolo 1, sul riavvicinamento incognita legge elettorale e amministrative
Enrico Letta «ha sicuramente fatto un passo avanti importante. Quella frattura del ’17-’18 è superata. Non è superata la frattura tra tutti noi, non solo il Pd, c’è un pezzo popolo che non crede più nella sinistra. Unirsi sì con coraggio e senza paura, ma per cambiare». Così il segretario di Articolo uno, Roberto Speranza, concludendo il congresso del partito. Di fatto accogliendo il pensiero del segretario Pd Enrico Letta. «L’invito è che questo percorso porti in autunno a una discussione tra di noi che faccia sì che ci mettiamo da parte completamente la storia del 2018».
Ciò che unisce
Ormai la stagione del renzismo nel Pd appartiene a ere geologiche passate, e tra Pd e la sinistra che lasciò il partito per fondare Articolo 1 ci sono molti temi che uniscono: dalla centralità del lavoro e del welfare alla transizione energetica, passando per la questione sociale che con l’impatto economico della guerra in Ucraina si annuncia come il vero tema dei prossimi mesi. Inoltre, Pd e Leu (e, anche se in misura minore, il M5S) hanno cementato le loro intese nel sostegno al governo Draghi, dove spesso si sono trovati a dover ribattere insieme alle richieste della Lega “alleata”.
L’incognita della legge elettorale
Ma se questa ritrovata intesa Pd-Articolo 1 possa portare a una vera e propria fusione in vista delle politiche dell’anno prossimo dipende anche dalla legge elettorale. Con l’attuale Rosatellum, è più probabile che si rimanga nel solco dell’attuale alleanza di coalizione. Ma se si dovesse arrivare a un proporzionale con soglia di sbarramento elevata (come chiesto dal M5S, da Speranza e come non escluso dallo stesso Letta), si aprirebbe la strada a una lista unica. Anche se la strada della modifica della legge elettorale è tutta in salita, visto che bisogna convincere anche il centrodestra (cosa non facile in una fase pre-elettorale)
L’esito delle amministrative
Se l’alleanza tra Pd e Articolo 1 è cementata anche nelle amministrazioni locali (anche se nei territori la sinistra si presenta all’interno di liste civiche), le prossime amministrative saranno comunque un banco di prova. Nei capoluoghi di provincia al voto la prossima primavera l’80% si è formalizzata anche una alleanza tra Pd e M5S. Viceversa, in realtà importanti come Genova e Palermo il Pd non è riuscito a tenere le «campo largo» anche i renziani di Italia viva. Ma se alla prova delle urne il M5S non dovesse risultare decisivo per vincere, inevitabilmente Letta sarebbe portato a cercare una intesa con i renziani (a maggior ragione se questi ultimi dovessero tenere con un buon risultato). Il che potrebbe aumentare le distanze con Speranza e compagni.
Fonte: Il Sole 24 Ore