Water Light Festival, notti di luce nel cielo di Bressanone

Nel 1782 papa Pio VI visitò la cattedrale di Bressanone al suo ritorno da Vienna. A suggellare l’evento fu realizzato un dipinto che mostra il Papa davanti al Duomo mentre benedice il popolo nella festa dell’Ascensione. Un momento emblematico della storia di Bressanone (ora custodito nel Museo Diocesano) che per quasi 800 anni fu sede di principi vescovi che avevano potere spirituale e temporale. Prendono spunto da questo dipinto i francesi Spectaculaire che con altri 33 artisti internazionali animeranno con le loro installazioni luminose i 24 giorni di Bressanone Water Light Festival. Un evento unico nel suo genere che è un invito a scoprire i tesori storici e culturali della città, le vicine Novacella, Fortezza e Racines reinterpretati e trasformati in una galleria a cielo aperto.

Luce è arte

The Colours of the Cathedral è un sottile gioco di colori che ricorda i tempi passati e avvicina il visitatore a un pezzo di storia dell’architettura di Bressanone: il ruolo che ha avuto la città nella storia ha influito sul suo paesaggio urbano. Nel cuore antico le tipiche case si alternano alle vie porticate, a ponti, chiese, come il Duomo, il chiostro, gli splendidi affreschi gotici e l’antico palazzo dei Principi Vescovi. Ad incantare con inediti riflessi luminosi ci pensano gli spettacolari “data painting” di Refik Anadol, noto giovane artista turco-americano che si destreggia con algoritmi, big data e intelligenza artificiale e porta a Bressanone la sua opera Bosphorus. Si tratta di una scultura composta da dati cinetici raccolti sulla superficie del Mar di Marmara a intervalli di 30 minuti. I dati sono stati raccolti dal Turkish State Meteorological Service con un radar ad alta frequenza. Refik e i suoi colleghi hanno utilizzato una raccolta di dati di 30 giorni di attività per creare un’esperienza poetica unica. Il risultato ottenuto con l’aiuto di un’intelligenza artificiale è la proiezione su un media wall del movimento dinamico del mare.

Acqua è vita

Bressanone vuol dire anche acqua: abbondante ma allo stesso tempo preziosissima tanto che i bressinesi la chiamano oro blu. La città nacque proprio alla confluenza della Rienza nell’Isarco, un fiume un tempo navigabile che oggi i più intrepidi possono scoprire con un divertente rafting. Già agli inizi del XVI secolo gli abitanti attingevano dall’Isarco l’acqua potabile e quella per uso produttivo. Ben presto furono però scoperte le prime sorgenti a Varna e sulla Plose, la bella montagna alle porte della città che a pochi chilometri di distanza regala ai visitatori bellissime sciate in inverno e offre molti sentieri da esplorare in estate . Il Festival si richiama fortemente al tema dell’acqua e offre spunti insoliti sul tema dell’acqua e sull’uso consapevole di questa preziosa risorsa naturale in risposta alla scelta di coniugare temi culturali, ecologici, sociali ed economici. Bressanone come destinazione, dà grande importanza all’ambiente, al risparmio delle risorse e alla conservazione degli spazi naturali unici. In tutta la città, nei dintorni e in montagna è possibile riempire una bottiglietta riutilizzabile di preziosa acqua potabile, nei rifugi sulla Plose non si usa plastica monouso e le fonti di acqua potabile sono segnalate dovunque con apposite targhette.

Dal Lido alle Cascate di Stanghe a Racines

Il connubio arte e acqua lo si coglie nelle fonti d’acqua (solo in città sono 48) dove azioni di videomapping e interventi scultorei sono collegati fra loro da uno spettacolare filo blu. Uno di questi è quello dell’artista svizzera Sophie Guyot che porta la sua installazione Maison Flux al Lido di Bressanone. Il lido è un residuo dell’alveo dell’Isarco, che fu quasi completamente eliminato con opere di rinterro in occasione della deviazione del percorso del fiume effettuata tra il 1883 e il 1889. Prima di quella data, infatti, a sud di Bressanone l’Isarco arrivava fino al lato occidentale della valle. Poi sorse appunto il “lido”, pensato all’epoca come laghetto per i pesci e per il bagno libero. L’opera dell’artista nel parco del Lido ridefinisce il rapporto con la natura all’insegna della collaborazione con un sottile gioco di luci e ombre in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Ancora, gli olandesi Ivo Schoofs e Pepe Heijnen propongono l’installazione interattiva Inverse Frequency controllata da una ruota che può essere mossa dai visitatori mostrando possibili ripercussioni sul clima mentre il finlandese tingerà con le sue luci il Forte di Fortezza, punto confluenza tra i fiumi Isarco e Rienza e le Cascate di Stanghe presso Racines.

Tra i profumi di uve e incenso all’Abbazia di Novacella

A 3 km da Bressanone, l’Abbazia di Novacella, una delle più prestigiose dell’area tirolese, mantiene ancora vivo a distanza di secoli quell’impegno per la scienza e per la cultura dei Canonici Agostiniani. Ne sono testimonianza la ricca raccolta di libri, le numerose opere d’arte di 10 secoli e gli altri tesori custoditi. Ma quando vi si arriva si resta rapiti dalla bellezza dei vigneti che la circondano (la sua cantina è annoverata tra le più antiche attive del mondo), dal profumo delle erbe e dei frutti che ancora si lavorano con cura e maestria. Oggi è una delle 12 mete di “Culturronda”, un itinerario culturale tra i più belli per scoprire il territorio altoatesino. E’ qui che all’interno del Castel Sant’Angelo si possono ammirare Circular Glass Series dello statunitense James Turrell, l’opera Delight della appena scomparsa Brigitte Kowanz e Expanded Willow Blatt di Keith Sonnier, tre dei maggiori artisti contemporanei, lavori che a differenza di tutte le altre installazioni visibili dopo il tramonto, si possono ammirare durante il giorno.

Fonte: Il Sole 24 Ore