Ferrari: «L’innovazione dietro il successo di Intercos, dal primo ombretto all’analisi dei dati»
«L’imprenditore è certamente un sognatore, ma essere imprenditore significa, anzitutto, essere estremamente pragmatici, significa sapersi assumere dei rischi e la responsabilità delle proprie decisioni. Credo significhi anche saper coniugare la propensione all’innovazione e la necessità di adattarsi ai mutamenti, a un senso di concretezza, in modo da garantire uno sviluppo duraturo del business nel lungo termine. Ma soprattutto, l’essere imprenditore non può prescindere dall’essere un visionario, possedere quella lungimiranza che ti permette di intercettare bisogni ancora latenti del mercato e di tutti gli interlocutori che gravitano attorno all’azienda, per poi trasformarli in opportunità di crescita e miglioramento continuo». Chi parla è Dario Ferrari, presidente e fondatore di Intercos Group che oggi a Cosmoprof Worldwide Bologna riceve il Lifetime Achievement Award, riconoscimento dedicato ai professionisti e agli imprenditori illuminati che si sono distinti per talento e tenacia, fornendo un contributo essenziale per l’evoluzione dell’industria cosmetica.
Come e quando è iniziata la storia di Intercos?
«Intercos nasce dalla constatazione che l’innovazione è il motore di crescita del mercato della cosmetica che è una categoria dove l’acquisto di impulso è l’assoluto protagonista. Questa constatazione mi ha fatto immaginare che il segreto del successo futuro sarebbe stata la capacità di portare sul mercato creatività, nuove idee, nuove tecnologie e non semplicemente capacità produttiva. Così ho deciso di coniugare gli insegnamenti della mia esperienza a Londra nel marketing e nella pubblicità con la profonda conoscenza del mondo della cosmesi ereditata da mia madre, permettendomi di sviluppare, nel 1972, un nuovo modello di business inedito in Italia e che ben presto ha conquistato l’intero mondo della cosmetica».
Quali sono stati i vostri primi successi e per chi li avete prodotti?
«Il primo successo è stato un ombretto, pensato per essere più facile da applicare e più brillante, realizzato con la stessa tecnologia impiegata nel caffè per estrarre la caffeina dai chicchi. Il 1978, quando vengo invitato a New York da Estée Lauder, è il momento della svolta: concludo un accordo di joint venture con il gruppo americano e da lì seguono anni elettrizzanti di espansione inarrestabile. In questi cinquant’anni abbiamo sempre registrato, in media, crescite a doppia cifra, un trend confermato anche dalla performance dello scorso esercizio 2021».
Quanto è importante l’innovazione per Intercos?
«Fin dall’inizio ci siamo posizionati come operatore business to business nel mercato della cosmetica, realizzando prodotti make-up altamente innovativi. Per noi, l’innovazione è il fattore differenziante e il driver della nostra crescita e coinvolge l’intera catena del valore. Tutto questo è oggi reso possibile anche grazie alla Open Innovation, cioè la capacità di innovare in collaborazione con entità esterne all’azienda come centri di ricerca avanzata di università italiane ed estere e joint venture strategiche nell’ambito della produzione. Più recentemente, la creazione di Intercos Intelligence, ci ha permesso di innovare anche nell’identificazione dei nuovi trend nel mondo del beauty, tramite l’analisi combinata dei macro dati dei motori di ricerca e dei social network con gli input di opinion leader dell’industria. Questo ci permette di anticipare il cambiamento che è fondamentale per restare un passo avanti al mercato».
Tra tensioni geopolitiche, rincari delle materie prime e pandemia, quali sono le sfide che deve affrontare il settore della cosmetica?
«Abbiamo assistito a una progressiva ripresa post-pandemica, che ha permesso la normalizzazione generale delle condizioni operative del settore. Tuttavia, i più recenti accadimenti hanno generato significative tensioni sulla catena di approvvigionamento, sia in termini di reperibilità che di pricing dei materiali. Prevediamo che le difficoltà sul versante della supply chain persisteranno e impatteranno il commercio internazionale. Tuttavia, sono convinto che a partire dal 2023 si possa finalmente tornare ad una situazione di normalità. In ogni caso ci attendiamo un 2022 di crescita a ritmi sostenuti, in linea con le performance storiche di Intercos. La capacità di innovare e la diversificazione, in termini di prodotti, clienti e mercati, saranno i fattori chiave che ci permetteranno di alimentare la ripresa in modo solido e duraturo. Vogliamo essere ottimisti, guardare al futuro con la fiducia e la determinazione che ci contraddistinguono. Stiamo vivendo un momento storico di cambiamento radicale che, nonostante le incertezze, offre opportunità eccezionali. E noi saremo ancora una volta in grado di saper cogliere questa occasione con lungimiranza e senza timore».
Fonte: Il Sole 24 Ore