Gas, petrolio e materie prime: ecco come investire. Ma attenti ai rischi
Le materie prime sono le grandi protagoniste sui mercati finanziari in questo primo scorcio del 2022. Con le obbligazioni in caduta libera e le azioni che non brillano più come lo scorso anno, le commodity macinano guadagni. Da inizio anno l’indice Crb – che sintetizza una ventina di materie prime – sale del 33 per cento. Un movimento che era partito già nel 2021 e che ha registrato una decisa accelerazione dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
Gli Etc
Tutto quanto sta accadendo attira sempre di più l’attenzione dei piccoli risparmiatori. Investire sulle commodity non è più un mestiere da professionisti come poteva essere 30 anni fa. Oggi anche a Piazza Affari sono quotati strumenti, denominati Etc (Exchange traded commodity), che consentono di replicare le principali materie prime anche con piccoli importi. Alcuni di loro guadagnano più dell’80% da inizio anno e questo attira l’attenzione dei piccoli risparmiatori. Qui sta l’arma a doppio taglio. La facilità di accesso, i costi contenuti e le piccole somme richieste invogliano molti investitori a tentare la strada dell’investimento “esotico”, comprando grano, rame o palladio. Ma investire in materie prime è molto complesso e soprattutto questi strumenti, per motivi tecnici, non replicano mai fedelmente l’andamento della materia prima sottostante. Attenzione poi a cosa si compra. Ad esempio, il sottostante di riferimento utilizzato per investire sul gas, che va tanto di moda, è quello americano e non quello europeo trattato in Olanda.
I future
Da inizio anno il gas naturale americano è raddoppiato, il petrolio Wti è balzato del 35% mentre per l’oro il rialzo è più contenuto (+7,5%).
Gli scambi sulle commodity sulle principali piazze internazionali si realizzano attraverso contratti derivati ovvero i future. Si tratta di contratti a termine per la consegna a una determinata scadenza di un prodotto (grano, petrolio, eccetera). Non tutti i risparmiatori possono o vogliono accedere a questi mercati che richiedono un’attenzione costante a partire dal mantenimento dei margini sui derivati. La nascita degli Etc cerca di ovviare a questo problema per chi non ha tempo, voglia e spesso competenze per seguire i future.
I problemi degli Etc
Tutto questo però ha un costo. Gli Etc sono costruiti agganciandosi solitamente al primo future quotato, quando si avvicina alla scadenza passano su quello successivo. In questo passaggio spesso si creano dei disallineamenti anche importanti tra prezzo dell’Etc e quotazioni della materia prima. Questi fenomeni si osservano su orizzonti di medio e lungo termine: a esempio su un periodo di 3-5 anni non sorprende di vedere che uno strumento che investe in una materia prima come petrolio o grano sia disallineato del 20 o 30% rispetto ai prezzi della stessa commodity mentre per l’oro questo problema non si verifica, essendo una materia prima stoccabile per lungo tempo e quindi non soggetta all’effetto dei derivati.
Fonte: Il Sole 24 Ore