Auto, luglio riduce la caduta e chiude a -0,85% sul 2021 ma perde il 28% rispetto al 2019

Il mercato dell’auto in Italia contiene il tracollo dei mesi scorsi e chiude a luglio con immatricolazioni in calo “soltanto” dello 0,85% rispetto a luglio 2021. La situazione resta molto difficile come è evidente se si confrontano i volumi del mese scorso con quelli del 2019, prima dunque della pandemia, con un calo del 28,5%. L’effetto sulle vendite
degli incentivi alla rottamazione varati ad aprile e diventati operativi il mese dopo comincia a vedersi ma è molto contenuto.

Secondo il Centro Studi Promotor diretto a Gian Primo Quagliano sono molti i fattori che stanno fortemente penalizzando il mercato dell’auto. Oltre alla pandemia, che ha di fatto ridimensionato il mercato, ci sono gli effetti legati alle incertezze dei consumatori per le conseguenze della guerra in Ucraina e per le sanzioni adottate nei confronti della Russia, senza dimenticare la penuria di semiconduttori e componenti elettroniche per la produzione di automobili e la dinamica legata all’inflazione e all’aumento dei prezzi.

Fiat e Volkswagen si attestano su volumi inferiori ad un anno fa tra il 6 e il 7%, sale invece in casa Stellantis Alfa Romeo, che chiude il mese con un recupero del 53,6%, Citroen, che recupera oltre il 45% di immatricolazioni, e Opel, a +11%. Honda cresce del 15% nel mese e del 25% da inizio anno. Tra le case francesi, buona la performance del mese di Renault, che chiude il mese a +12% ma perde il 26% di immatricolazioni da inizio anno. Tra le asiatiche vanno bene anche Skoda e Toyota, che recuperano rispettivamente il 10 e il 20% di immatricolazioni.

«Il mercato dell’auto in Italia, ma anche in Europa, si trova stretto tra due emergenze – evidenzia Quagliano – una crisi della domanda e una grave crisi anche dell’offerta, con un impatto sul settore molto pesante». Per i consumatori, in particolare, si sono allungati i tempi di attesa e sono aumentati i prezzi.

Dall’inchiesta congiunturale di luglio del Centro Studi Promotor emerge che il 95% dei concessionari dichiara giacenze di autovetture nuove basse, una situazione simile (85%) si verifica anche per il mercato dell’usato, su cui si riversa una parte della domanda insoddisfatta di auto nuove.

Fonte: Il Sole 24 Ore