Pesche, raccolto a +40% ma ancora sotto la media storica. Boom dei prezzi

Dopo un 2021 che verrà ricordato come uno degli anni peggiori per le pesche italiane, questa estate, nonostante la siccità, la produzione fa registrare un recupero importante, ma comunque al di sotto della media storica e con prezzi in deciso aumento. Secondo il report Ismea sulla Frutta estiva , infatti, «le previsioni indicano un aumento della produzione del 9% in Europa e del 40% in Italia, rispetto alla campagna precedente che però ricordiamo è stata archiviata come una delle più scarse di sempre». Rispetto al dato medio 2016-2020 invece «si registra un calo del 20% a livello europeo e del 10% in Italia».

Si delinea così uno scenario che spinge in alto sia i prezzi pagati ai produttori sia quelli al dettaglio: «La qualità del prodotto è eccellente – scrive Ismea – ma è in atto una forte contrazione delle vendite al dettaglio a causa della fortissima pressione inflattiva che sta riducendo drasticamente il potere di acquisto delle famiglie». I prezzi medi sono cresciuti infatti del 23% rispetto al 2021 ed erano saliti già di oltre il 20% rispetto alla media del 2018-2020, mentre nello stesso intervallo di tempo i kg di frutta acquistata sono diminuiti di oltre il 5% . Si tratta di dati significativi se si considera che pesche, nettarine e percoche pesano per il 12% degli acquisti di frutta fresca annuale degli italiani.

Al di là dell’aspetto congiunturale, le difficoltà del comparto risiedono, secondo Ismea, «nell’eccessiva frammentazione» che «determina una minore redditività rispetto ai competitor spagnoli». Questi inoltre, «possono far leva sulla precocità dei raccolti presidiando i mercati europei già a partire dal mese di aprile». Al contrario, «l’Italia vanta un’eccellente offerta di prodotto a maturazione tardiva che riesce a spuntare ottime quotazioni soprattutto in concomitanza di autunni caratterizzati da temperature elevate, ma che quasi sempre trova scarso interesse sui mercati esteri».

Fonte: Il Sole 24 Ore