Bonomi: aspettative per il 2023 migliori delle attese

«Le aspettative per il 2023 sono migliori di quello che si poteva immaginare: il 2022 ci ha lasciato una coda di incertezza di cui vedremo inizialmente gli effetti, ma da settembre ci aspettiamo una discesa dell’inflazione e una solida ripresa dei consumi e del commercio internazionale. Viaggiamo verso un nuovo record dell’export. L’industria italiana, dopo gli schiaffi del 2008 e del 2010, si è irrobustita, patrimonializzata, trasformata».

Le sfide

Il quadro della situazione e le prospettive economiche, meno fosche del previsto, tracciate dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, fanno da scenario al dibattito in corso sul presente. A Venezia, nella casa di The Human safety net alle Procuratie Vecchie in piazza San Marco, il sistema confindustriale con le sue articolazioni regionali ha fatto il punto sulle sfide future al convegno “Transizione e sviluppo: il futuro dell’UE e delle Regioni”. Temi al centro dell’agenda economica e sociale: «Quanti fondi il Governo riuscirà a impegnare nel 2023 e quale parte sarà destinata al Sud alla luce del consuntivo di spesa 2022 del PNRR?», chiede Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale di Confindustria. «A fronte di un tale ammontare di investimenti, la collaborazione fra pubblico e privato è fondamentale e siamo pronti a fornire la nostra totale collaborazione», aggiunge.

Energia e autonomia

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin sottolinea la necessità, per l’Italia, di riprendere in mano il proprio destino energetico. E centrale è anche il dibattito sulle istituzioni e l’autonomia: davanti ai presidenti di regione Zaia (Veneto) e De Luca (Campania) il ministro per gli Affari regionali e autonomie Roberto Calderoli illustra le prossime tappe e chiarisce i punti chiave: «Martedì sarà in preconsiglio un testo aggiornato e modificato sulle materie in discussione che, piaccia o meno, sono 23. Di queste verificheremo una a una servizi e funzioni, solo così sarà possibile quantificare i costi in modo serio: lo farà un comitato tecnico, politico e scientifico che potrebbe insediarsi già la settimana prossima». I divari territoriali sono ampi e durano da troppo tempo per pensare a soluzioni facili. «L’autonomia non deve essere un tema di divisione del Paese», ha però sottolineato Bonomi durante in suo intervento conclusivo. «Credo che si possa fare qualche riflessione – ha aggiunto Bonomi – ma l’autonomia non deve essere un tema di divisione del Paese, non possiamo permettercelo. Questo Paese ha problemi urgenti da affrontare». La lunga attesa delle riforme, peraltro, ha cambiato «il mondo rispetto a quando la Costituzione ha previsto l’autonomia su 23 materie – ha chiarito Bonomi – Oggi occorre usare onestà intellettuale e chiedersi se su temi quali porti, aeroporti, produzione e trasporto di energia abbia senso ipotizzare microgestioni territoriali o piuttosto affidarle a un livello superiore».

Fonte: Il Sole 24 Ore