Frecce tricolori, stormo di uccelli o guasto al motore: le ipotesi sulle cause della tragedia

«Sono in corso gli accertamenti che, come capirete, sono complessi, lunghi. In questo momento non si può dire molto, stiamo facendo ancora tutti i rilievi. Le forze dell’ordine sono tutte intervenute. Bisogna ancora raccogliere vari pezzi dell’aereo e i reperti dell’auto. Al momento non si può dire molto altro, è tutto in corso di accertamento». Così Gabriella Viglione, a capo della Procura di Ivrea che si è attivata per lo schianto della Freccia Tricolore nei pressi dell’aeroporto di Caselle, a Torino. Due, al momento, le ipotesi sulle cause della tragedia: stormo di uccelli o guasto al motore».

Le ipotesi

Una prima ipotesi è quella dell’urto dell’apparecchio con uno stormo di uccelli. Un ’bird stroke’, come si dice in gergo. A questo proposito Viglione ha parlato di «probabilità, ma dobbiamo verificare tutto». Il velivolo, chiamato Pony 4, stava sfrecciando con quattro compagni in una formazione a triangolo di cui occupava l’ultimo posto della ’coda’ di sinistra. Il pilota alla cloche, il maggiore Oscar Del Do’, avrebbe comunicato al caposquadra di avere un problema al motore – altra ipotesi dunque al vaglio degli inquirenti – e di doversi sganciare. «Sembra che l’aereo in decollo abbia ingerito degli uccelli, il motore si è spento e il pilota ha cercato di portare fuori l’aereo dalla zona e si è lanciato. Nella traiettoria c’era la macchina». Così, a caldo, Maurizio Fiorilli, responsabile sicurezza Aeroclub Torino.

Lo schianto

L’apparecchio – si vede dai video subito circolati in rete – procede inizialmente in linea retta, poi all’improvviso diventa ingovernabile e perde quota. È una questione di frazioni di secondo. Subito prima che il muso punti verso il suolo il maggiore si lancia nel vuoto. Mentre il paracadute si apre, Pony 4 picchia per terra, esplode e continua a strisciare a folle velocità in una coltre di fumo e di fiamme. In quel momento sulla strada che costeggia il perimetro dell’aeroporto sta passando un’automobile con una famiglia diretta verso casa, a San Francesco al Campo.

L’auto coinvolta e la morte della bimba

«Ho sentito un grosso rumore», dirà in seguito il papà. Non è ancora chiaro se c’è stato un contatto con l’aereo. In ogni caso la vettura esce dalla carreggiata, si ribalta e si incendia. La bimba muore. Il fratellino dodicenne riporta ustioni di secondo grado su circa il 15% della superficie corporea. Lo portano all’ospedale infantile Regina Margherita, dove arriva cosciente. Non ha lesioni considerate ’importanti’ dai medici ma in ogni caso lo sedano e lo ricoverano in rianimazione. La prognosi non viene sciolta. Con lui c’è la mamma, che però viene trasferita al Cto: le sue ustioni (12-13%) sono concentrate sul braccio destro. Il padre, quarantanovenne, ha ustioni sul 4% del corpo in prevalenza sul palmo della mano sinistra; la prognosi per lui è di 20 giorni.

Fonte: Il Sole 24 Ore