Vacanze in montagna, aumenti fino al 26% negli ultimi due anni

La prossima stagione sciistica si preannuncia all’insegna dei rincari. Aumenti che si vanno a sommare a quelli del 2022/2023 con punte che nel biennio arrivano al 26% per il soggiorno in alta stagione o nel week end in un hotel. Salato anche il conto per il pranzo al rifugio e la cena al ristorante. Per lo skipass ecco un +19% mentre l’ora con il maestro di sci sfiora un +15%. Gli aumenti rischiano di essere maggiori tra Natale e Capodanno e nei giorni di Carnevale e Pasqua con qualche distinguo. Guardando allo scorso anno l’aumento medio per l’albergo è intorno all’8,2% mentre in alta stagione si supera di poco il +12%. Per voci come la settimana bianca, skipass, il corso di sci l’aumento è intorno al 7,5%. Nel complesso la spesa cresce in media dell’8,1% rispetto lo scorso inverno.

È quanto rivela Skipass panorama turismo – Osservatorio italiano del turismo montano realizzato da Jfc. Lo studio sarà presentato a Skipass, il salone italiano dedicato alla montagna, che si terrà dal 27 al 29 ottobre a ModenaFiere.

Gli appassionati della montagna nel passato inverno hanno generato un business che sfiora i 22 miliardi tra ricadute dirette, indirette, indotto e la legacy di filiera di servizi. Considerando la sola spesa “diretta” in beni e servizi durante il soggiorno si arriva a un fatturato di 10,3 miliardi: dato in linea a quello del 2018-2019. Le previsioni per la prossima stagione sono di un +3,7% con ricavi diretti per quasi 10,7 miliardi a seguito degli adeguamenti dei prezzi e se il trend di arrivi e presenze sarà analogo a quello dello scorso inverno. «Ricavi che quest’anno non sarà facile confermare – dice Massimo Ferruzi, ad di Jfc Tourism & management –. Molto dipenderà dagli arrivi dall’estero, che ormai rappresentano la metà delle presenze, e dagli aumenti dei prezzi che invece incideranno soprattutto sulle scelte degli italiani, in modo particolare nella seconda parte della stagione invernale».

La nuova stagione dovrebbe garantire alle imprese dalla filiera un Ebitda più positivo rispetto a quello della 2022/2023. I primi segnali sono positivi e l’Osservatorio segnala un incremento di prenotazioni anticipate in arrivo dall’estero, ma pesa il caro voli. I mercati in maggiore crescita sono quelli del Regno Unito, Polonia, Benelux, Repubblica Ceca, Svezia, Slovacchia e Danimarca. Preoccupano i segnali di difficoltà dal mercato tedesco, in particolare per la domanda di alta gamma. C’è soprattutto un segmento di appassionati che ricerca servizi premium e di qualità. Secondo l’Osservatorio crescerà la richiesta di ospitalità e servizi per clienti con una spesa pro capite oltre i 520 euro al giorno che salgono a più di 855 euro nei fine settimana.

Gli albergatori segnalano la preferenza della clientela “comune” verso i week end lunghi e si attendono un calo delle settimane bianche. Molte le richieste di informazione con la tendenza a prenotare sotto data. Per quanto riguarda gli italiani ci sarà la massima attenzione ai prezzi sia come destinazioni che ricettività. Sceglieranno, per esempio, di alloggiare in una località economica ma vicina a una destinazione di pregio, famosa per le sue piste. In altre parole strategie per ottimizzare la spesa perché quest’anno due adulti con un bimbo under 8 per la settimana bianca, incluso il viaggio, vitto e alloggio in hotel, noleggio attrezzature, divertimenti ed extra vari devono prevedere un budget di 3.600 euro, +7,3% sul periodo precedente, mentre per un weekend sulla neve si devono stanziare circa 1.500 euro (+8%).

Fonte: Il Sole 24 Ore