Le mele viaggiano in funivia: così il Trentino riduce i camion in strada

Dal prossimo settembre 40mila tonnellate di mele viaggeranno in funivia attraverso i paesaggi dolomitici della Val di Non, abbattendo 12mila chilometri annui, attualmente percorsi con veicoli a motore.

A scalfire il dolente primato del nostro Paese, da decenni incagliato nell’eterno dibattito su come decongestionare il traffico merci su strada (aumentato ancora, nel 2022, del 4%, secondo Eurostat) il progetto ideato da Melinda , vincitore del bando Pnrr dedicato alle migliori idee per lo sviluppo della logistica agroalimentare, che mette a disposizione 800 milioni di euro, di cui 500 destinati alle imprese, 150 milioni ai mercati, altri 150 milioni ai porti.

Unica al mondo, l’infrastruttura proposta dal consorzio che riunisce oltre 4mila famiglie di melicoltori trentini, con un fatturato da 300 milioni di euro, collegherà la sala di lavorazione di Predaia con la miniera Rio Maggiore. Attraverserà le cave di estrazione della roccia dolomia, fino a raggiungere le celle ipogee – vanto del Consorzio Melinda – in cui sono stoccate le mele. Qui algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di prevedere quantità di energia e temperature ottimali per la shelf life del prodotto: non è un caso che queste celle siano state presentate al Parlamento europeo come buona pratica di sostenibilità ambientale ed economica.

«Il progetto di funivia delle mele è un esempio virtuoso di come vanno investiti i fondi Pnrr», ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha ospitato la presentazione del progetto in casa propria, al ministero. «Garantisce un vantaggio organizzativo, risponde alle esigenze di un territorio complesso di montagna, dimostra l’importanza di investimenti intelligenti e lungimiranti nel settore agricolo e, elemento non secondario, assicura benefici ambientali».

Classificatosi al secondo posto su un totale di oltre cento proposte che accederanno ai fondi Pnrr, il progetto usufruirà di un contributo a fondo perduto di poco più di 4 milioni di euro, che servirà a coprire il 40% della spesa complessiva di 10,6 milioni necessari per realizzare l’impianto, compresi 150mila euro di investimenti in ricerca e sviluppo.

Fonte: Il Sole 24 Ore