Renault, al via la nuova fase dell’Alleanza con Nissan e Mitsubishi. Si apre l’ipotesi K-Car in Europa

“Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?” Inizia un nuovo capitolo della complicata relazione tra Renault, Nissan e Mitsubishi in seno alla rimodulata alleanza tra il gruppo francese e i due costruttori giapponesi. I ceo delle tre case, Luca de Meo (Renault), Makoto Uchida (Nissan Motor) e Takao Kato (Mitsubishi Motors Corporation), in una conferenza presieduta da Jean-Dominique Senard, presidente di Renault, hanno fatto il punto delle relazioni industriali e dei progetti congiunti tra le case (confermati quelli in America Latina e India), che come è noto agiscono in sinergia ma hanno abbandonato nei mesi scorsi l’idea di una fusione, in una sorta di divorzio consensuale cercando di tenere insieme i fattori tecnologici comuni abilitanti anche in funzione della nuova struttura di Renault che prevede due organizzazioni: Ampere, dedicata ai veicoli elettrici, e Horse, concentrata sui powertrain termici e ibridi alla quale, tra l’altro, partecipa anche il mega gruppo cinese Geely che controlla Volvo, Polestar, Lotus e brand come Zeekr. I partner hanno confermato i loro progetti comuni in America Latina e India.

Gli investimenti in Ampere

In particolare, Nissan investirà fino a 600 milioni di euro in Ampere, e con essa svilupperà una vettura elettrica di taglia compatta destinata al mercato europeo. Le tecnologie sul software e sulla connettività che Ampere sta sviluppando saranno utilizzate anche da Nissan per i prodotti destinati all’Europa. Inoltre Nissan nei veicoli commerciali elettrici di nuova generazione adotterà tecnologie di Ampere come quelle che rientrano sotto il cappello dei Software Defined Vehicle.

Nissan diventerà «un investitore strategico» in Ampere, ha spiegato Makoto Uchida, ceo della casa automobilistica giapponese, aggiungendo che il costruttore automobilistico di Yokohama potrebbe utilizzare il software e le innovazioni di connettività dell’unità Ev in altri mercati al di fuori dell’Europa. «Sviluppare veicoli elettrici in tutto il mondo da soli sarebbe molto impegnativo», ha affermato Uchida. Luca de Meo ha precisato che Ampere ridurrà i costi della Micra per Nissan del 50%.

Mitsubishi invece investirà in Ampere fino a 200 milioni di euro (cifra non enorme per la scala di valore dell’automotive). La storica casa giapponese appalterà ad Ampere lo sviluppo e la produzione di un nuovo modello, un suv elettrico di segmento C (taglia media) e qui la speranza è che non si tratti di una mera operazione di Badge engineering come sta avvenando adesso con Colt, clone di Renault Clio, e Asx, clone di Captur, ma di un suv con tutto il Dna di Mitsubishi declinato in chiave elettrica. Sul fronte di Horse, invece, Nissan mantiene l’impegno a diventarne cliente e sfruttarne la capacità industriale di 12 stabilimenti di cui 6 dedicati ai cambi e motori, per mezzo milione di pezzi l’anno. Anche Mitsubishi dovrebbe avvalersi di Horse.

Le piattaforme condivise

Ma veniamo al piatto principale del ridisegnato menu dell’Alleanza: le piattaforme condivise. Tramite l’utilizzo di architetture comuni è realizzato il 60% dei veicoli e si prevede un’estensione di questo rapporto sinergico. Ad esempio l’atteso suv compatto elettrico Juke (terza generazione di un best seller che rinascerà a ioni di litio) e la futura generazione della Leaf (che era l’elettrica più venduta al mondo ma Nissan si è fatta strappare la leadership storica da Tesla e dai cinesi) saranno basate sulla nota piattaforma CMF-EV. Si tratta della stessa architettura che oggi è usata per Renault Megane E-Tech, Scenic E-Tech e Nissan Ariya.

Fonte: Il Sole 24 Ore