A Bologna 600 leader di business school da tutto il mondo per riflettere su AI e formazione manageriale

L’AI, le tensioni geopolitiche e la sfida della sostenibilità hanno creato uno scenario molto complesso per le imprese ed è naturale che le business school si chiedano come ripensare la formazione dei manager e dei leader d’impresa. L’occasione per approfondire questi temi è stata la conferenza annuale di EFMD, l’organizzazione internazionale che raccoglie oltre 1.000 membri tra business school pubbliche, private e corporate academy, organizzata quest’anno nell’Aula Magna Santa Lucia dell’Università di Bologna.

Il ruolo delle nuove tecnologie

Perché se è vero, come ha ricordato Kevin Scott, Chief Technology Officer di Microsoft, che «le transizioni oggi stanno avvenendo molto velocemente, gli strumenti di intelligenza artificiale trasformano in maniera sorprendente l’impossibile in possibile»; è altrettanto vero, come ha aggiunto, Benedetto Vigna, Ceo di Ferrari, che «ogni tecnologia ha due facce, e dipende dall’uso che se ne fa. Ma la spinta è sicuramente verso l’innovazione e la competitività delle imprese passa dal capitale umano e dalla sua originalità».

Produttività e qualità della vita

Oggi gli spazi sono estremamente ampi e riguardano moltissimi campi, come è emerso ieri durante tutta la giornata dei lavori con panel e sessioni tematiche. «L’AI ha un impatto positivo sulla produttività – ha affermato Max Bergami, professore di Organizzazione e Dean di Bologna Business School che ha organizzato l’incontro – che potrebbe aiutare ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti demografici, anche per conservare il livello di qualità della vita, a cominciare dalle esigenze di cura degli anziani. Inoltre, le nuove piattaforme tecnologiche, per quanto controllate da un numero ristretto di soggetti, offrono ampie opportunità anche per le imprese manifatturiere di minori dimensioni che hanno la possibilità di agganciare questa rivoluzione». Per questo motivo le business school si chiedono come sviluppare un sistema di formazione che faciliti l’adozione delle nuove tecnologie e orienti verso un apprendimento centrato sulla persona. Come dimostra l’esperienza di BBS che, ha chiosato Bergami, «è la manifestazione di come una grande università multidisciplinare riesce a collaborare con il mondo delle imprese per offrire opportunità di apprendimento a una ondata di manager in grado di orientare il futuro».

La BBS

BBS ha conseguito nel 2021 l’accreditamento EQUIS, ricevuto da poco più di 200 business school sulle 16mila esistenti nel mondo. E sta sempre più acquisendo un ruolo di primo piano nel campo dell’AI applicato all’education. Ogni anno prendono parte ai corsi di BBS circa 3.500 persone, tra neolaureati, manager e imprenditori provenienti da circa 50 paesi del mondo.

Fonte: Il Sole 24 Ore